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VIOLA NEWS esclusive gli opinionisti Palladino fuori tempo e… chirurgico. Pioli, è il momento di dimostrarsi grande

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Palladino fuori tempo e… chirurgico. Pioli, è il momento di dimostrarsi grande

Matteo Magrini
Le parole dell'ex tecnico arrivano proprio nel momento di maggiore difficoltà del nuovo: non un gesto da signore. Adesso arrivano giorni cruciali

“Signori si nasce e io...modestamente...lo nacqui”. Diceva così, no? E si che Raffaele Palladino, se non altro per questioni geografiche di provenienza, dovrebbe conoscerlo bene il Principe De Curtis. Ma del resto si sa, “la classe non è acqua” (tanto per restare ai vecchi adagi...) e, quindi, non la si trova per strada, né piove dal cielo né si compra al supermercato. Ci si può atteggiare a signorotti o signoroni insomma, ma prima o poi la propria, vera natura vien fuori. E poco importa, in questo caso, se abbia o meno la ragione dalla sua parte. Perché le cose saranno anche andate come dice lui nell'intervista a La Gazzetta dello Sport ma di certo, la tempistica, è quanto di meno “educato” e “delicato” si potesse scegliere. E se è vero (come qualcuno si è affrettato a far trapelare) che era stata realizzata tempo fa e che è stato il giornale a scegliere il momento della pubblicazione beh... vi possiamo assicurare che non funziona esattamente così. Penso e credo per intenderci, che chi di dovere abbia puntualmente avvisato il mister che era venuto il momento dell'uscita e lui, fosse nato signore, avrebbe potuto chiedere di aspettare ancora.

E invece no. E così eccolo, proprio nel momento in cui la sua tanto amata (a parole) ex squadra si ritrova in un mare di difficoltà. Proprio quando attorno a chi ne ha preso il posto in panchina si animano legittime critiche e discussioni. E vogliamo parlare delle frasi sui suoi ex calciatori? Dice Palladino che le chiamate e i messaggi lo hanno commosso e che li sente ancora oggi. Sarà vero, per carità. Agli atti però, almeno per il momento, ci sono la firma di De Gea arrivata proprio dopo il suo addio e le parole di Gosens al Corriere Fiorentino. “Non ho mai capito cosa sia successo”, ha detto il tedesco. Evidentemente, nonostante frequentissime smessaggiate e/o telefonate, l'ex tecnico non ha mai trovato modo di spiegarglielo. E ancora. “Sul momento son stato contento del rinnovo, ma a mente fredda ho capito che restare non sarebbe stato possibile”. E certo, il fatto che l'abbia capito o deciso 24 ore dopo aver mandato il suo presidente a descriverlo “come un figlio” in conferenza stampa è stata pura, semplice, sfortunatissima casualità. Di nuovo. Nell'intervista, Palladino lascia intendere ciò che tutti sapevano (i forti dissidi con Pradè, soprattutto, e Ferrari) e cita il solo Roberto Goretti. Un modo subdolo per infilare peperoncino su una ferita che questa società non ha o forse non riesce a curare.

Ma attenzione: Palladino dice delle verità

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Perché sia chiaro a tutti. Palladino ha mille responsabilità e il suo comportamento è ogni giorno più discutibile ma su certi argomenti è dura dargli torto. Anzi. Impossibile. Non siam qua a far finta di nulla, e certe voci che ciclicamente tornano e che in queste ore si son fatte di nuovo fortissime stanno a rappresentare uno stato delle cose francamente preoccupante. Voci che raccontano di un Goretti a dir poco scontento e scocciato per il poco spazio che gli viene lasciato e guarda caso, unico col quale l'ex allenatore aveva e mantiene un confronto positivo. Palladino quindi colpisce chi dice di amare dove sa di poter far male, ma questa società non può andare avanti tra spifferi, dispetti, canti e controcanti. Per questo, sarebbe fondamentale la proprietà. Il fatto che Rocco Commisso invece si sia stato progressivamente costretto ad allontanarsi, ha dato troppo campo e troppa libertà a chi, in teoria, dovrebbe operare per conto del suo datore di lavoro. Un direttore generale, per esempio, dovrebbe intervenire se nota (ripeto, se, ma non voglio credere il contrario) un dissidio forte tra diesse e allenatore. Il rischio altrimenti, è che si rivivano scene patetiche come quelle del fine maggio scorso.

Un modo per evitare certi scenari, comunque, c'è: vincere. Trovare finalmente gioco e risultati e far si che, almeno sulla squadra, splenda il sereno. Per questo quella di domenica col Pisa è una sfida fondamentale. Per il presente, e per il futuro. Perché statene certi, in caso di risultato negativo su Stefano Pioli inizierebbero a spuntare decine e decine di puntini rossi. Quei mirini laser che annunciano disastri. Lui lo sa, ha spalle larghe e conoscenze sufficienti per gestire la difficoltà e per venirne fuori. Il momento per dimostrarlo però, è questo. Non più rinviabile. Per il bene della Fiorentina e per il male di chi, forse, sta già lavorando nell'ombra invocando fantasmi e ipotetici scossoni.