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Palladino, è scattato l’allarme. I punti fatti grazie a Kean e De Gea

Kean De Gea
"La Fiorentina di Palladino è potenzialmente ancora in corsa per la Champions grazie ai quindici gol di Kean e alle parate di De Gea"
Enzo Bucchioni Editorialista 

È evidente che Raffaele Palladino sia responsabile (lo ha ammesso) della sconfitta con il Como, bruciante come poche. E il confronto con un altro giovane allenatore come Fabregas è stato disarmante. Da una parte un calcio brillante, organizzato, pieno di idee (quello del Como), dall’altra un calcio basico, legato a vecchi concetti come difesa e contropiede. Forse è stato proprio il confronto fra queste due squadre, il vederle da vicino, a scatenare l’ondata anti-Palladino iniziata (giustamente) dentro lo stadio per la delusione e consolidata da quelli che non conoscono il calcio e scoprono le altre squadre solo quando giocano contro la Fiorentina. Ma di cosa vi meravigliate? Lo avete capito solo contro il Como come gioca la Viola e i limiti di questo gioco ve li doveva ricordare Pongracic?

Gol e parate: Kean e De Gea, unica idea tattica?

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La Fiorentina è nell’alta classifica e potenzialmente ancora in corsa per la Champions grazie ai quindici gol di Kean e alle parate di De Gea, non dimentichiamocelo mai. La sintesi di questo calcio è stata proprio la gara contro quel Verona che sarà l’avversario di domenica prossima, quando De Gea ha lanciato lungo su Kean che ha fatto gol, dopo aver vinto il duello con i difensori. E pure l’ultima vittoria, quella esaltante contro l’Inter è figlia di questa idea tattica. Ma quante volte può funzionare? Quante volte incontri l’Inter? E poi le grandi quando hanno capito come giochi prendono le contromisure e s’è visto nel ritorno. È un calcio che secondo me non ha futuro per una società ambiziosa come la Fiorentina, ma è comunque un modo di giocare che nel breve può portare risultati e la classifica lo conferma.


I problemi nascono quando non c’è Kean come domenica, o quando mancano altri giocatori determinanti come lo era a suo tempo Bove. Palladino non mette al centro il gioco, ma i giocatori. Fa parte di quella categoria di allenatori che vincono o fanno bene solo quando hanno grandi o buoni giocatori. Il fatto curioso è che sia un allenatore giovane come Palladino a battere strade antiche. Ed è ancora più curioso capire il perché (nessuno lo ha ancora spiegato) dopo un giochista alla Fabregas (per intendersi) la scelta sia caduta su un italianista.

Comunque oggi questi discorsi servono a poco

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È talmente chiaro il tutto, quello che funziona e quello che no, che la società nel mese di gennaio ha portato a Firenze cinque giocatori di livello medio-alto. Sicuramente più forti di quelli ceduti, per cercare di mantenere quella classifica raggiunta al di sopra del reale valore tecnico di questa squadra. Classifica guadagnata con merito ma anche con molte ”congiunzioni astrali”, diciamo così. Quindi, oggi nessuna meraviglia per il calcio antico di Palladino. Le critiche su questo terreno sono fuori tempo massimo e inutili. Non posso chiedere a un allenatore che crede in una filosofia di gioco e lavora su quella, di cambiare completamente idea in corsa. Come non si poteva chiedere a Italiano l’anno scorso di tenere la difesa più bassa.

Contro il Como sbagliato tutto

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Palladino deve fare bene il calcio che sa fare, ma domenica non è successo neppure quello: questo è il grave. E i motivi, al di là dell’assenza determinante di Kean, sono da ricercare nell’inserimento dei nuovi. Come avete visto in estate quanto tempo c’è voluto a dare un minimo senso alla squadra, credo stia accadendo la stessa cosa ora. Se c’è una forte organizzazione di gioco è più facile inserire i giocatori, quando sono i giocatori a doversi conoscere e amalgamare ci vuole di più. La Fiorentina può provare a rimanere competitiva per le zone che adesso le competono, se Palladino riuscirà a capire in fretta le caratteristiche dei giocatori per sfruttarli al meglio. Contro il Como ha sbagliato tutto. Non vorrei mai più vedere Fagioli trequartista, soffocato tra i difensori e il pressing dei centrocampisti, tanto per dirne una. Ma non lo aveva mai visto giocare?

E non si poteva pensare che Zaniolo potesse fare esattamente quello che fa Kean. Va bene sostituire Zaniolo con Kean, ma avrebbe dovuto cambiare anche il modo di attaccare, l’ex romanista ha caratteristiche troppo diverse. Avrei voluto vedere delle rotazioni con Zaniolo in mezzo, ma anche capace di partire dall’esterno come sa fare con Beltran a sostituirlo. E tante altre cose più efficaci, anche all’interno dell’idea di calcio “difesa e contropiede”. Compreso Folorunsho adattato esterno: deve stare in mezzo al campo a difendere e ripartire. È chiaro che da Palladino è lecito aspettarsi di più, ora i giocatori li ha, quelli che non gli piacevano sono andati via tutti.

Il caso Gudmundsson

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Ora qualità e quantità non mancano, in difesa e in mezzo ci sono diverse e interessanti soluzioni, tutto il gruppo va tenuto sulla corda e utilizzato a seconda delle caratteristiche e dell’avversario. E qui bisogna chiedere spiegazioni: sulla gestione di Gudmundssonqualcosa che non torna c’è. Il giocatore non sembra mai dentro la squadra. Ma soprattutto, quando giochi questo calcio fisico, basato sul carattere e sulle barricate, non dovrebbero mai mancare la grinta, la cattiveria, la compattezza, la voglia di arrivare sempre primi sul pallone. Se poi si riuscisse ad aggiungere un po’ di pressing organizzato non sarebbe male. Ma forse chiedo troppo. Non fidatevi però di quelli che dicevano e scrivevano due mesi fa che Palladino era un fenomeno intoccabile, sono gli stessi che oggi stanno sussurrando che va esonerato. Gli Inquinatori Viola.

Uniti per salvare la stagione

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Oggi, pur con tutti i problemi elencati, per provare a salvare gli obiettivi di stagione e l’ambizione della società, non resta che stare uniti per supportare l’allenatore e farlo lavorare più tranquillo. Non ha esperienza, ricordatelo, e lo dico anche alla società. Quando parla Pradè si sentono sempre parole che suonano come una scarsa fiducia in quello che fa Palladino. Calcisticamente parlando ha indubbiamente ragione il direttore dell’area tecnica, ma adesso l’allenatore va solo protetto e aiutato a sbagliare meno. Se poi lui non si vuol fare aiutare il discorso cambia, ma spero di no.

Ripeto forte e chiaro: la squadra è buona. Potrebbe diventare buonissima, ma serve una reazione immediata. La sconfitta con il Como è stata bruciante e dolorosa, ma lo è ancora di più dopo aver visto quello che è successo attorno. La Juve s’è staccata, il Milan è tornato. Perfino la Roma sta cercando di riagganciare il treno Europa. La Fiorentina è fra l’incudine e il martello, non c’è più spazio per certi passi falsi inaccettabili.

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