Un primo assaggio s’è visto a Torino, dove nessuno (diciamo la verità) si sarebbe aspettato di vedere assieme dal primo minuto Kean e Piccoli arrivato da poche ore e invece Pioli ha stupito. Non è andata benissimo, ovviamente i due hanno bisogno di tanto lavoro assieme, ma intanto la Fiorentina ha cominciato a pensare quel tipo di calcio lì dove osare è una costante e non un’eresia. Ma prepariamoci anche a molte altre soluzioni, in organico ci sono giocatori duttili e l’interscambiabilità dei ruoli e delle posizioni in campo deve diventare un’altra costante. Non parlatemi di numeri, ha detto spesso Pioli e indubbiamente ha ragione. Delle basi solide, meglio delle convinzioni, però ci sono e si sono già viste fin dalla prima amichevole. Per me la partita migliore fino ad oggi resta quella con il Manchester United, nei primi venticinque minuti s’è visto tanto, poi è mancata la condizione fisica.
Per ragionare dobbiamo partire da queste basi che sono la difesa a tre e un attacco che può essere 2-1 oppure 1-2 come contro il Toro. Comunque siamo all’evoluzione del 3-5-2 che potrebbe anche tornare ad essere una risorsa e una soluzione se giocato con la linea alta e gli esterni della difesa a tre che a turno alimentano il gioco.
E qui siamo al primo problema che Pioli dovrà risolvere. È evidente che questo tipo di calcio funziona se tutti i giocatori si muovono senza palla e sono in grado di offrire soluzioni di gioco. Anche i difensori. In una difesa a tre ideale i due “braccetti” (termine orrendo) devono saper far ripartire e accompagnare l’azione sovrapponendosi sulle fasce, ma a volte entrando anche dentro il campo per far alzare un centrocampista o per dare superiorità. I due braccetti della Fiorentina (Comuzzo e Ranieri) non hanno queste caratteristiche. Che fare? Ho visto che fino ad ora per ripartire Pioli si è affidato di più a Pongracic, ma in questo caso quando si alza il centrale servono le coperture di un centrocampista o di uno dei due braccetti. Meccanismi da oliare. Sono convinto che applicandosi, uno come Comuzzo, vent’anni, possa migliorare e crescere. Ranieri ci prova, il suo contributo può arrivare, almeno nei movimenti senza palla si propone. In rosa a sinistra c’è Viti che lo può fare. A destra non è un caso che Pioli stia facendo crescere Kouadio, non mi ero sbagliato quando l’ho visto nella prima amichevole: ha gamba e intelligenza. A destra c’è pure Dodò non ha fisicità, ma è rapido. Con la difesa a quattro era migliorato nelle coperture e nelle marcature. Conosco poco le qualità di Lamptey in fase difensiva, ma fisicamente è la fotocopia di Dodò.
Il 3-5-2 può diventare una soluzione anche con Kean e Piccoli, uno va, uno aiuta. E sanno riempire l’area. Ma anche con Kean e dietro uno come Gudmundsson, Fazzini o Fagioli.
Torno però al 3-4-2-1 che verosimilmente vedremo più spesso dall’inizio. Nicolussi Caviglia diventerà il motore come lo era Tonali nel Milan di Pioli, con a fianco uno fra Mandragora e Sohm. Fagioli è destinato a diventare quel raccordo fra centrocampo e attacco, ora attaccante, ora centrocampista. Ma nelle rotazioni a centrocampo quella posizione e quello spazio dietro l’attaccante, dovranno essere in grado di occuparlo tutti. Un gioco non facile, fatto di interscambi, che non ha ancora funzionato perché siamo all’inizio del lavoro e perché la condizione fisica non è ottimale. Devono crescere intesa e velocità.
Ieri Nicolussi ha detto una cosa importante: la Fiorentina deve verticalizzare. Fino ad oggi è stato un problema per la condizione, ribadisco, ma anche perché sta facendo fatica un giocatore importante come Gudmundsson.
E qui siamo al secondo problema che Pioli dovrà risolvere in fretta: la posizione di Gud. Deve stare a galleggio fra le linee, comunque più vicino a Kean. Per ora rallenta il gioco, tiene troppo la palla, dovrebbe invece liberarsene più in fretta puntando la porta e non ricamando in orizzontale come tende a fare. Così si perdono tempi di gioco. Meccanismi da oliare per trovare fluidità.
Ma in quel ruolo attenti a Fazzini, un giocatore che ha nelle sue corde questo tipo di calcio, gli viene spontaneo. Non a caso, insisto, per me dovrebbe studiare da Reijnders, guardarsi i suoi filmati, imparare i movimenti. L’olandese è arrivato buon giocatore al Milan, con Pioli è diventato uno dei centrocampisti completi più forti d’Europa. Ovviamente con le dovute proporzioni, ma Pioli ha sicuramente anche questo obiettivo: far crescere tutti attraverso il gioco. Concludendo, una formazione tipo nel calcio di oggi non c’è più, ma se cominciamo da De Gea, Comuzzo, Pongracic, Ranieri; Dodò, Nicolussi, Sohm, Gosens; Fagioli, Gud e Kean, sbagliamo poco. Con un’alternativa: De Gea, Comuzzo, Pongracic, Ranieri; Dodò, Nicolussi, Mandragora, Gosens; Fazzini, Piccoli e Kean.
E poi con una rosa come questa e una base di gioco solida, grazie ai cinque cambi, l’esperienza di Pioli e le sue letture, possono diventare determinanti. Oggi si gioca in sedici, lo sappiamo bene, e alla Fiorentina le soluzioni non mancano.
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