Toccando ferro, è ovvio che se a novembre la squadra dovesse essere ancora in queste condizioni fisiche e mentali, senza vittorie convincenti, non basteranno i punticini rosicchiati come quelli a Pisa, Cagliari o Torino, allora servirà la mossa della disperazione, la terapia d’urto, con tutti i rischi e le incognite del caso. La situazione della Fiorentina è incredibile, certe situazioni si fa fatica a capirle, gli errori sono stati fatti, sia tecnici che di valutazione dei giocatori, ma una squadra così è inaccettabile. Si capisce che c’è qualcosa che va oltre i moduli e i numeri, che blocca tutto. Pioli e la società devono capire e avere il coraggio delle scelte. A volte basta poco per scacciare i fantasmi.
Da Milano però mi porto dietro una delusione fortissima. Ho visto lievi miglioramenti, ma troppo poco. Al Milan mancavano cinque giocatori fondamentali. Sapete quante volte ha tirato in porta la Fiorentina? Una sola. Zero le occasioni create, il gol casuale, regalato da un’incertezza del Milan. Non saper portare a casa il vantaggio, arretrare, non ripartire più, farsi schiacciare, è un atteggiamento neanche da provinciale. L’ingenuità sull’uscita di Ranieri infortunato è inaccettabile. E penso sia pure sbagliatissimo dare la colpa della sconfitta al rigore. Un autogol di Pradè e non è il primo. La Fiorentina stava subendo, De Gea aveva appena salvato il due a uno, per come s’era rintanata la Fiorentina sarebbe stato comunque durissimo resistere così schiacciati in area. Questo è l’errore. Il rigore si può dare e non dare, Parisi ha sbagliato contro il Pisa la Fiorentina è stata favorita dalla decisione dell’arbitro. Il Var Abisso ha sbagliato, e qui siamo d’accordo.
Attaccare pubblicamente come ha fatto Pradè, ma anche Pioli, significa solo dare alibi ai giocatori per una sconfitta che è comunque demerito loro e vuol dire mettersi contro gli arbitri che hanno la memoria lunga. Certe proteste vanno fatte in modo autorevole, in altre sedi, mostrare i muscoli solo per Rocco o per i tifosi è dannoso.
Detto questo, sperando in una rapida risalita per ritrovare almeno una zona tranquilla, i problemi sono tanti. Evidentissimi. Dispiace per l’assenza e la salute di Rocco Commisso, questa è la cosa che fa più male per un presidente che comunque ha investito più di novanta milioni sul mercato e avrebbe meritato ben altro. Speriamo possa tornare presto a dare energia e consigli, ma dovrebbe aver capito che così è difficile costruire la vera ambizione.
La società è strutturalmente debole. Pradè è stanco, provato, e non da oggi. Il suo ciclo a Firenze è finito da un pezzo, questa situazione lo sta dilaniando. Non si dimetterà, ma alla prima occasione va dimissionato. Non ora, è l’unico uomo di calcio in società. E questo è il vero, grande problema. Dopo la morte di Joe Barone c’è un grande vuoto di potere e di organizzazione. Personalmente mi auguro che Rocco possa riprendere decisamente in mano tutto, se questo non fosse possibile, la distanza è un ostacolo non da poco, il presidente ha due strade davanti. Ristrutturare e potenziare tutto l’assetto societario ora debolissimo, oppure vendere la società. In questa situazione si rischia di vanificare i suoi invstimenti come successo con i novanta milioni di quest’estate.
Avrei anche un nome da fare, un consiglio non richiesto e mi scuso. Se Galliani non dovesse tornare al Milan, e sottolineo se, perchè non offrirgli la guida della Fiorentina? In Toscana, al Forte, è di casa. Magari una nuova avventura dopo Monza per lui potrebbe essere stimolante. L’ho buttata lì solo per sottolineare il vero problema.
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