Antonín Barák ha siglato ieri sera la sua prima rete in maglia viola. Sicuramente la nota più lieta nel deludente debutto europeo della Fiorentina, fermata sul pareggio dal modesto RFS, al "Franchi". Il centrocampista ceco è divenuto in poche settimane una pedina insostituibile per Italiano. Il tecnico gigliato lo ha già schierato per quattro gare consecutive da titolare, dopo l'esordio negli ultimi 25' di gara col Napoli. In campionato aveva già mostrato segni di crescita costante, sotto gli aspetti di intesa coi compagni e dinamismo. Si potrebbe dire che Barak ha completato la sua trasformazione, facendo riferimento all'immagine con la quale fu presentato il suo acquisto.
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Fiorentina, non è ancora tempo di chiudere Bara(k)cca e burattini
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E ieri, alla prima in Conference League, ha impreziosito la sua prestazione con il goal che ha portato avanti i viola. Al culmine di una prova brillante per l'ex Verona, già pericoloso nel primo tempo. Con un palo colpito e un colpo di testa disinnescato da Steinbors. Oltre ai tanti inserimenti senza palla. Questo certamente l'aspetto che lo rende così insostituibile agli occhi di Italiano, conscio più che mai della necessità - quasi un'urgenza - di riempire l'area di rigore avversaria. L'unico modo per far fronte ad una sterilità offensiva che, partita dopo partita, si aggrava sempre più. Ormai - come riconosciuto dallo stesso tecnico - ha assunto i contorni di una malattia cronica.
Piacere Antonín
Come si cura questo mal di gol? La ricetta l'ha suggerita nella conferenza stampaodierna proprio l'ex Udinese e Verona. "Una questione di testa" l'ha definita, lasciando intendere che non è un male incurabile. Serve convinzione, quella che Antonìn Barak da Příbram - Repubblica Ceca - ha dimostrato di avere in abbondanza. Sicurezza nei propri mezzi e grande fame, come quella che gli ha consentito di sbarcare in Serie A - ha tenuto a ricordare. Ebbene la strada l'ha indicata questo ragazzo biondo di 1,90 mt, 27 anni e una maturità da veterano. Credere nei propri mezzi, applicazione massima e continua voglia di migliorarsi. La Fiorentina ne faccia tesoro: Toni - come lo ha ribattezzato Pradè - sa che l'approdo in viola rappresenta per lui un salto di qualità. È il momento che anche i suoi compagni comincino a recitare la propria parte, per non rischiare di chiudere anzitempo "baracca e burattini".
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