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EDITORIALE

Fiorentina, cosa è successo? L’allenatore è lo stesso. La squadra, invece, no…

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L'editoriale del nostro vice direttore: niente processi, ma i nodi vengono al pettine

Simone Bargellini

Adesso è crisi. Certificata dai numeri, verificabile guardando le ultime prestazioni. E due interrogativi sono ormai di dominio pubblico. Uno: di chi sono le colpe? Due: come se ne esce? Alla seconda, che è la più importante al momento, possono rispondere solo i protagonisti. Toccherà ad Italiano andare oltre lo scoramento iniziale e trovare le soluzioni. Alla prima domanda, invece, si può provare a rispondere anche da osservatori esterni, pur nell'intenzione di non fare processi sommari e definitivi. E' presto e c'è una stagione da non buttare a mare. Ma allo stesso tempo non si può far finta di niente di fronte ad un progetto sportivo che, anzichè decollare, si è pesantemente arenato.

Fiorentina, di chi sono le colpe?

L'allenatore è lo stesso dello scorso anno. La squadra no. Questo non significa che Vincenzo Italiano non abbia delle responsabilità, anzi. Il gioco è scomparso, insieme a quello spirito che l'anno scorso aveva fatto la differenza. E poi c'è la gestione del doppio impegno, le scelte di formazione e una preparazione atletica che - forse - ha avuto delle pecche (e qui la responsabilità è da condividere con lo staff). Ma non si può neanche dimenticare, di colpo, quanto di buono questo tecnico ha saputo fare nella scorsa stagione. E se Italiano è andato in difficoltà è - anche - perchè la squadra è stata indebolita tra gennaio e giugno, mentre i messaggi societari sono stati all'insegna di un'asticella da alzare ("che dovevamo fare di più?"). Quasi come se si fosse riposta in lui tutta la pressione di confermarsi, senza dargli però tutti gli strumenti adeguati.

Vlahovic, Torreira e un vuoto non colmato

Ancora loro due. Alcuni tifosi viola vorrebbero non sentirli più nominare, però la Fiorentina di oggi è figlia delle loro assenze. E dell'inadeguatezza dei loro sostituti. Vlahovic e Torreira sono stati i cardini della scorsa stagione. Immaginate di togliere Immobile e Milinkovic Savic alla Lazio, oppure Abraham e Pellegrini alla Roma, acquistando al loro posto scommesse o giocatori da valorizzare. Inoltre è stato ignorato il fatto che la Fiorentina avesse centrato il settimo posto in extremis e che, per confermarsi in quella posizione col fardello del doppio impegno, servisse un mercato di "aggiunte" importanti. Nodi che oggi stanno venendo al pettine e che hanno fatto perdere certezze ad un gruppo che, a sua volta, si era forse sopravvalutato. Il tempo per rimediare c'è ancora, sia in campionato che in Conference League, purchè dirigenti, allenatore e giocatori si rimbocchino le maniche sin da subito, anzichè disperdere energie cercando alibi o nemici esterni.