Ma siccome in quasi quattro mila caratteri non siamo riusciti a dare un colore credibile alla normalità, eppure il nostro obiettivo era di renderla accettabile - e anzi: fondamentale - torniamo dalle squadre straordinarie, il Bologna, l’Atalanta: al tempo stesso (ma non è giusto, non è serio) la loro bravura diminuisce la valutazione della Fiorentina. E sono quindi la carie alla felicità del popolo Viola. Invece sono da tifare, da conservare (sull’Atalanta poco da aggiungere, essendo eventualmente questo il settimo campionato degli ultimi otto nel quale arriva davanti alla Fiorentina, con quattro qualificazioni in Champions). Da innalzare come certi monumenti, testimonianza e ricordo di imprese importanti, opere degne di “imperitura considerazione”, monito foscoliano a tutti quelli che cercano un esempio, un modello, un comportamento virtuoso. Imparando dai più bravi si supera noi stessi e la normalità che ci chiama come condizione ovvia e logica. Succede che i più bravi sono anche dietro in classifica, perché bravura e meriti sono un impasto fra possibilità e risultati. Capita anche che la validità di ciò che si fa sia perfino diversa dai risultati, e bisogna avere occhio e cuore (e gusto) per riconoscerla: per esempio a me sta esaltando l’orgoglio del Verona, allenato da un fiorentino, tra l’altro. Dunque viva l’Atalanta, viva il Bologna e se dovessero arrivare in Champions sarà solo una ricchezza per tutto il calcio e soprattutto per chi pensa di esserne escluso a prescindere, perché convinto che il calcio usa premiare solo in ordine di ricchezza (e di debito accumulato). Quando quest’ordine si confonde è tutto più interessante, per tutti: lascia spazio e sogno alla competenza, alla fatica, alle idee, al coraggio, alla coesione, alla costruzione collettiva (dal terzino di riserva all’appassionato che ci mette i suoi soldi per stare dentro l’avventura).
Se mi credete, nella mia condizione migrante spesso incontro tifosi di altre squadre ma ammiratori della Fiorentina, per l’impronta d’attacco con cui vuole farsi le partite, per l’impressione di volontà che trasferisce, per le recenti finali giocate e perse (immeritatamente, entrambe). La distanza può essere una focale ideale ed è sicuramente un punto di vista in più, da considerare. Quell’impronta sulla partita, che la Fiorentina vuole sempre imprimere, oggi ci pare un’orma, una sagoma che resta vuota, che racconta qualcosa che è passato di lì ma che è ormai altrove. La sfida sarà tornare, rifiutare la normalità, ribellarsi alla delusione. Riprendersi quegli sguardi che adesso ammirano e premiano il Bologna, che a settembre aveva il quindicesimo o sedicesimo monte ingaggi (girano graduatorie diverse, ma la sostanza è identica e il lodigiano Giovanni Sartori è un mito). Che ha un costo del lavoro inferiore alla Salernitana (meno della metà della Fiorentina). Che ha speso bene, dunque. Ha lavorato benissimo. Ha intuito un giocatore enorme (Zirkzee), lo ha difeso nell’assenza di gol delle prime stagioni, lo ha liberato di Arnautovic (incassando) una volta capito che poteva diventare centrale, ha già preso il sostituto (Castro) prendendosi il tempo di valutarne le possibilità, tenendolo dietro a Zirkzee, rimasto per spingere fino in fondo una stagione fatata, per non sgonfiare un sogno. Due anni fa, va ridetto senza timore, la Fiorentina fece il contrario: liberò l’inquieto Vlahovic a gennaio, in una posizione simile a quella di oggi del Bologna, e l’indomani comprò Cabral, che in poche ore passò dal Campionato Svizzero alla lotta Champions in Serie A dove doveva surrogare il capocannoniere, protagonista di quella sfida (a distanza di 25 mesi quel centravanti non c’è ancora, oggi ci sentiamo protetti da Belotti, che per quanto ne sappiamo è in transito): ripetere non significa sottolineare di nuovo un errore ma solo spiegare come i valori non siano distanti - lo scorso anno fra Fiorentina e Bologna, in campionato, ci furono solo due punti di differenza - e certe scelte fanno la differenza, soprattutto quando proteggono la coesione (fra le parti, con il popolo): quella stagione la Fiorentina viveva un senso di novità (dalle stagioni antagoniste di Iachini a quella protagonista di Italiano), vibrava di un’energia che affratellava, e la stessa proprietà era ancora spinta da quel segno di liberazione con cui era stata accolta.
Le cose si perdono e si ritrovano, niente paura. Dopo la partita con l’Empoli il tecnico ha “reagito” per una volta trasformando una critica (legittima) in una insinuazione: ci divertiamo ancora. E per farlo si è appeso al primo tempo perché altro non aveva dove conficcare le unghie. Lo sapete: a noi piace, è stato ed è il valore aggiunto, l’idea forte che ha riportato la Fiorentina sopra i 60 punti e nelle ultime partite delle Coppe. Siamo sicuri che abbia colorato questi suoi mesi a Firenze, che sia animato da un fuoco vero, dall’impeto futurista, che sia quell’avanguardia che può riuscire a trascinare. Firenze ci è sempre sembrata la città ideale per dare cultura a certe ambizioni, ma niente è scontato: passati dalla città con la famiglia qualche giorno intorno a Natale, notammo il restauro infinito del Caffè Le Giubbe Rosse, a proposito di Futurismo e di idee che devono trovare un tavolo per mettersi in pratica, anche per finire in un vicolo cieco. Così il Bologna si è preso un posto che la Fiorentina ha avuto ma non ha trattenuto, e forse nemmeno assaporato e sicuramente non condiviso, e che oggi rimpiange fino ad intossicarsi e a programmare le colpe.
C’è tempo. E ogni tempo ha i suoi cantori e le sue parole. Ma il tempo va: procede, incede. In avanti (e davanti alla Fiorentina, se ci siamo intesi, ci sono due squadre che possiamo essere, che siamo stati, due sogni che possiamo sognare). Davanti, c’è sempre un orizzonte. La normalità è una stoffa robusta che merita più apprezzamento, e lascia agli uomini la possibilità di tingerla, perfino li protegge, offre un punto di caduta e ne libera la visione, si lascia riempire di coraggio e valore. Se vogliamo concludere con un colore, per dare una fine al nostro inizio, allora l’orizzonte ha un colore bellissimo.
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