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Concretezza e gioco, ecco la Primavera Viola per lasciare il segno. E il bello deve venire

Enzo-bucchioni
L'editoriale che spazia sul momento viola alla sosta per le nazionali

Enzo Bucchioni

La Primavera Viola

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Commisso non vende la Fiorentina. L’ultima delusione per gli anti-Rocco arriva dagli Stati Uniti, direttamente dalla voce del presidente viola in un’intervista rilasciata a una tv americana. Tempi duri per tutti quelli (politica compresa) che speravano e forse sperano ancora, che Rocco potesse vendere dopo l’inaugurazione del Viola Park, tempi duri a maggior ragione oggi che stanno arrivando anche le prime soddisfazioni da una squadra in netta e continua ripresa dopo sette vittorie consecutive. Come l’avevo chiamata? La Primavera Viola. Senza voler essere indovini o profeti ci abbiamo beccato e la primavera viola sta puntualmente arrivando per confermare che il sette dato al mercato estivo era un voto molto più vicino alla realtà delle insufficienze a raffica dei soliti noti.

E già, i soliti noti e quelli che sperano nell’addio di Rocco Commisso, nel caso vorrei sapere chi si immaginano loro al posto dell’attuale presidente viola. A giugno saranno quattro anni dall’arrivo del magnate italo-americano e dopo un difficile rodaggio con alcuni errori sempre sottolineati, soprattutto nella scelta degli allenatori (Montella prima, Iachini poi), da un paio di stagioni si sta facendo un buon calcio oltre, naturalmente, alla costruzione del Viola Park che anche oggi un dirigente del Sassuolo ha definito “un’opera straordinaria”.

Un presidente che ha sicuramente i suoi difetti come tutti, che forse non sta simpatico a tanti per i modi spicci, ma un presidente del fare come Rocco si fa fatica a vedere nel panorama calcistico italiano. Per le dimensioni della Fiorentina l’aver speso 400 milioni è una cifra e una cosa importante, anche qualora un domani dovesse vendere, è fuori di dubbio che il valore del brand Fiorentina sia cresciuto e soltanto il Viola Park la farà diventare una società ancora più ambita e moderna. Domanda: Rocco ha fatto bene in questi quattro anni? Ciascuno di voi provi a rispondere, con onestà intellettuale, liberandosi dai pensieri propri, ma analizzando i fatti. Non parlo di un Eden, come detto si può fare meglio, si dovrà crescere ancora, ma l’aria spesso irrespirabile non la capisco. Come non la capivo quando fecero bene anche i Della Valle ed erano bersagliati. Credo che aspirare a un nuovo proprietario che nel calcio di oggi possa portare la Fiorentina a vincere e primeggiare nel breve sia utopia. Rocco sta facendo bene, può fare meglio come detto, ma lo sa anche lui. Ci vuole tempo, serviranno altri step, ma almeno ci sono conti a posto e serietà. Non è poco. Forse Rocco paga ancora oggi quel giugno da eroe, nel 2019, quando la gente ha davvero pensato che fosse l’uomo della Provvidenza. Nel calcio non esiste più, dall’euforia ai fatturati il passo è stato breve, ma è con i fatturati che bisogna fare i conti. Lo abbiamo detto mille volte.

Idee e lavoro

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Comunque siamo a marzo, la Primavera Viola che avevamo auspicato è arrivata e la Fiorentina è in semifinale di coppa Italia, nei quarti di Conference, è tornata in corsa per l’Europa in campionato con soltanto due punti in meno rispetto all’anno scorso. Si può sempre far meglio, ovvio, ma sinceramente questa stagione si sta rivelando positiva, potrebbero arrivare anche delle soddisfazioni, ma andiamo per gradi e tocchiamo ferro. Quello che conta è l’aver ritrovato la squadra, il gioco, lo spirito e l’energia positiva che Italiano aveva portato l’anno scorso. Le difficoltà ci sono state, soprattutto nel far gol, ma anche per l’allenatore nell’inserire e nel far crescere i nuovi all’interno del gruppo a fronte di tre impegni settimanali, ma il lavoro e le idee come sempre premiano e hanno premiato anche Italiano.

Sette vittorie consecutive riportano la mente al 2003 e dintorni, una vita fa. Una striscia di risultati così lunga, inframmezzata da una difficile e complicata trasferta in Turchia, testimoniano una costanza di rendimento e di grande equilibrio, con tanti gol fatti e la porta spesso imbattuta. E’ una squadra maturata al punto da saper vincere con intelligenza e ottima capacità di gestione anche una partita che poteva essere complicata come quella con il Lecce. Ora la Fiorentina sa attaccare, ma anche rallentare e tenere palla. Sa verticalizzare quando serve per essere più efficace con avversari che ti pressano. Il calcio dell’anno scorso era sicuramente più brillante, ma dispendioso. Le grandi squadre devono saper dosare e dosarsi e la Fiorentina sta arrivando a un ottimo livello anche e soprattutto per Italiano che ha saputo mettersi in gioco, modificare diverse cose senza snaturare la sua idea di calcio offensivo, brillante e propositivo.

La Fiorentina ora sa fare la partita e gestire tre gare a settimana, ma ha eliminato le ingenuità e le utopie tattiche. E’ un mix di concretezza e capacità di far gioco. Sicuramente uno step di crescita importante che è coinciso con il ritorno a un rendimento più simile ai loro valori di gente come Dodò, Mandragora e Ikonè, soprattutto Cabral, ma tutti sono cresciuti. Senza parlare poi del fondamentale ritorno di Nico a gennaio che ha cambiato la manovra d’attacco, e in prospettiva nel rush finale l’apporto dei vari Castrovilli, Sottil e Brekalo, tutti giocatori di qualità dai quali ci si può aspettare una grande mano.

Viola di coppe

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L’altro giorno, a caldo, su Instagram, dopo il sorteggio di Conference mi sono lanciato in una previsione che confermo qui. Vedo la Fiorentina in finale di coppa Italia, quindi con la partecipazione alla Final Four in Arabia a dicembre di quest’anno, grande vetrina internazionale, ma la vedo anche in finale di Conference. L’urna è stata benevola. I polacchi del Lech sono alla portata, ma anche l’eventuale semifinale con Nizza o Basilea vuol dire incontrare squadre tecnicamente e complessivamente meno forti della Viola. E’ questo che bisogna pensare, la spinta positiva deve sorreggere questa squadra e spingerla verso traguardi ambiziosi che ai più sembravano irraggiungibili.

Vorrei sapere dove sono finiti (anzi lo so) quelli che a novembre hanno detto e scritto “stagione finita” o quelli che poco più di un mese fa volevano l’esonero di Italiano. Ora stanno scrivendo e parlando come se avessero sempre detto bene della Fiorentina. Si stanno riciclando i poveretti. Ma è dura, la memoria è lunga, loro sono recidivi e come dicevano i latini “scripta manent”. Ma nessuno si deve curare di questi, la Fiorentina deve pensare agli oltre trentamila tifosi entusiasti che erano allo stadio anche contro il Lecce. Incredibile. E’ per il Popolo Viola che questa squadra sta preparando due mesi esaltanti che possono portare frutti per tutto il lavoro, anche duro e difficoltoso, che questa squadra ha fatto per dimostrare a tutti il suo vero valore.

Italiano e il suo gruppo stanno vincendo l’ennesima sfida anche se sono consapevoli che per ora non è successo niente. Il bello deve venire, dopo la sosta inizierà la fase decisiva e lo capite dalle parole dei protagonisti e dalla loro voglia, sarà una grande sfida. Personalmente penso che questa squadra abbia dei forti valori anche umani al suo interno, che l’allenatore sia bravo e carismatico, che ci sia tutto per chiudere la stagione in crescendo. Solo con umiltà, come fatto fino ad oggi, con il lavoro e le idee si possono raggiungere, Italiano continua a ripeterlo e la squadra ha capito che così potrà lasciare un segno, magari in qualche bacheca. Chissà…

Post scriptum. Non ho parlato di Jovic. E’ l’unico che fa ancora fatica, anch’io come Italiano non ho capito il viaggio a Madrid nella settimana di coppa e per l’influenza c’è sempre l’Aspirina, ma spero che ritrovi presto l’orgoglio e una manina la possa dare anche lui. Due mesi e mezzo per tornare Jovic, non una serie, ma quasi…