Rocco Commisso ha avuto l’ennesima occasione per parlare di calcio. Occasione puntualmente gettata al vento (e ormai non è una novità) perché il presidente ha preferito scagliarsi nuovamente contro i tifosi e i giornalisti. Il numero uno viola si ricordi, però, che “tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. Lo garantisce l’articolo 21 della Costituzione.
L'editoriale
Commisso guardi in faccia la realtà: i “se” non fanno la storia del calcio
Tra i vari argomenti trattati, Commisso ha parlato anche della traversa colpita da Saponara contro il Bologna. “Se la rovesciata entrava, avremmo letto altre pagelle oggi”, ha detto il patron gigliato. Vero. Ma con i “se” non si fa la storia della vita, figuriamoci la storia del calcio. Ricky ha sfiorato l’eurogol, il Franchi - come si suol dire - sarebbe venuto giù, ma purtroppo non è successo. Il gesto balistico dell’ex Empoli, ahi noi, non entrerà negli annali di questo fantastico sport. La frase di Commisso è giusta e legittima, ci mancherebbe, ma non si addice a un presidente di una squadra di calcio. Nel pallone i “se” sono all’ordine del giorno. Solo per fare un esempio: se Radu non avesse ciccato la palla in Bologna-Inter, forse i nerazzurri sarebbero diventati campioni d’Italia.
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E’ bene dimenticarsi i “se”, “ma” e “però”. Commisso guardi in faccia la realtà che racconta di una Fiorentina al dodicesimo posto in classifica (quindi né carne, né pesce) e incapace di battere le prime undici (quattro pareggi e nove sconfitte). Il resto sono solo chiacchiere da bar.
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