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L'editoriale del giovedì

Cinque modi per tornare a segnare, ma intanto stasera facciamo goleada

Enzo Bucchioni

Enzo Bucchioni ci dice la sua sul momento gigliato e prova a suggerire anche qualche soluzione

M’è piaciuto moltol’abbraccio reso pubblicoe quindi plateale di Rocco Commisso al suo allenatore Vincenzo Italiano. Un segnale forte e chiaro a tutti quelli che parlano e sparlano (presunti opinionisti compresi, noti avvelenatori di pozzi) con la voglia di distruggere per antipatie, interessi personali e voglia di rivincita. È evidente che il momento sia difficile, ma le società che contano devono sapere soprattutto come uscirne. Con delle strategie. Con delle azioni. Anche con gesti. È altrettanto evidente che pure l’allenatore, Italiano, sia coinvolto in questo periodo delicato: è in difficoltà e sta cercando la strada attraverso il lavoro, attraverso quello che conosce meglio: va protetto e se possibile rafforzato per farlo stare tranquillo e fargli trovare la soluzione. Alla faccia di tutte le voci e i dubbi fatti circolare ad arte, Rocco ha detto chiaro e tondo con questo abbraccio che sta con Italiano come è giusto che sia, crede in quello che fa l’allenatore ed è suo il compito di tirarsi fuori dalle negatività. Solo un società compatta e vogliosa di risolvere i problemi tutti assieme può riuscire nell'impresa.

Un esempio del passato

Ha detto bene Lorenzo Minotti l’altro giorno a Radio Bruno: problemi, problemini e problemoni derivano tutti da una stagione diversa. Una squadra fa fatica ad andare in Europa quando non c’è abituata, cambiano tutti i sistemi, i modi di fare e di allenarsi, i tempi di recupero e quello che sembrava automatico non lo è più. Minotti ha ricordato problemi simili nel suo Parma il primo anno delle coppe. Quel Parma ne è uscito alla grande, la Fiorentina dovrà fare altrettanto. Non si vede, infatti, una squadra in balia dell’avversario, senza voglia di giocare, senza personalità, senza gioco: tutt'altro. E’ una squadra che sbaglia molto sotto porta, ma anche nella fase difensiva gli errori non mancano, segno di cali di concentrazione, errori individuali e mancanza di rabbia agonistica. Su questo si può lavorare, questi guai prima o poi si risolvono. Anche i numeri dicono che questa squadra costruisce, tira, fa possesso, ha i dati migliori di tutto il campionato e anche in Conference è seconda per tiri verso la porta. Sono da evitare accuratamente e decisamente i processi sommari, gli scaricabarile, le accuse trasversali, i cali di fiducia. Le colpe sono di tutti e tutti ne devono uscire assieme. L’abbraccio è una bella mossa di Rocco che dimostra di essere un leader e non soltanto il padrone della società.

La dura legge del gol

Il problema più grosso, l’abbiamo detto mille volte, è il gol e una squadra con la mentalità e il gioco della Fiorentina se non segna va ancora di più in difficoltà. Rischia. Come tornare a far gol? Ovvio che la soluzione radicale è rientrare sul mercato a gennaio per correggere gli errori di valutazione su alcuni giocatori che fanno fatica, da Cabral a Jovic a Ikonè , ma da qui allo stop per i mondiali mancano nove partite e una reazione ci dovrà essere necessariamente per evitare di scivolare in situazioni ancora più difficili. Italiano oggi ha questi uomini e con questi deve provare a tirarsi fuori. A fare gol. Vanno adottati movimenti diversi, il modulo va corretto e anche la rotazione degli uomini non può più guardare alle gerarchie, ma solo allo stato di forma e di rendimento in armonia con la squadra. Alcuni progressi si erano visti, sia nei movimenti che nella capacità di segnare, contro gli Hearts all'andata. Al netto del valore degli avversari. Italiano aveva spesso portato Kouame in verticale davanti a Jovic, come per aiutarlo, lavorando sui movimenti del 4-3-3. Il tentativo di recupero di Jovic a spese di Cabral sembra sia l’ultima idea: facciamogli giocare un po’ di gare consecutivamente. Contro la Lazio però ha nuovamente deluso, sia nell'atteggiamento tornato passivo che nella capacità di segnare e incidere. Avanti con lui anche stasera? Non lo sappiamo.

Possibili soluzioni

Comunque per noi ci sono almeno cinque soluzioni che andrebbero provate e adottate da qui a novembre, anche a partita in corso.

1) Il cambio di modulo. Un giocatore fondamentalmente pigro come Jovic forse ha bisogno di un altro attaccante più vicino, uno che gli porti via un po’ di difensori, che lo tolga dalla marcatura stretta. Il 4-2-3-1 può essere la soluzione con Kouamè che in questo momento sta bene, nel ruolo di centravanti con Jovic sotto punta. E’ chiaro che in questo caso non puoi giocare con quattro attaccanti puri. Approfittando anche della carenza di esterni con Sottil ko e Nico fuori condizione, gli altri due nei tre dietro il centravanti potrebbero essere Barak e Bonaventura. O Saponara. In mediana Amrabat e Mandragora. Ma c’è pure Duncan.

2) Pensando al tentativo di recupero di Cabral e Jovic si potrebbe osare anche la strana coppia nel 4-2-3-1. Cabral punta e Jovic sotto punta. Con Kouamè sulla destra chiedendogli di aiutare molto il centrocampo e Bonaventura sulla sinistra. Oppure Cabral-Jovic con Barak e Bonaventura.

3) Se Italiano si fida più del suo 4-3-3, si potrebbe anche arrivare al sacrificio finale dei due centravanti che non funzionano, per arrivare a giocare con il falso nueve di spagnola memoria. Un attacco Nico-Kouame-Sottil potrebbe avere il suo perché e la sua imprevedibilità.

4) Ma c’è anche una ulteriore variante con Nico direttamente falso nueve di grande movimento (con l’Argentina l’ha fatto), mettendo Kouame sulla destra e Sottil sulla sinistra con il compito di accentrarsi.

5) Resta Ikonè. Anche per il francese proverei soluzioni diverse. Il sotto punta nel 4-2-3-1. Non mi sembra particolarmente a suo agio sull'esterno. Si potrebbe chiedergli un ruolo da quasi trequartista, da rompi linee a ridosso dell’area.

L'importante è ripartire

E’ chiaro che stiamo facendo della teoria, l’allenatore Italiano ha le sue convinzioni e conosce i giocatori meglio di me, ma viste le difficoltà a volte delle intuizioni, delle idee, la voglia di andare oltre, ma anche dei tentativi, possono suggerire soluzioni che magari alla fine funzionano meglio del tradizionale. Ricordo le difficoltà iniziali di Lippi nella sua Juve nel far giocare tutti assieme Vialli, Ravanelli e Del Piero quando il modulo era il 4-4-2. E’ riuscito a trovare l’equilibrio dopo vari tentativi e da quell'idea che sembrava inattuabile è nata la squadra che ha vinto la Champions. Ma, e qui sono pragmatico, l’importante è ripartire. Come mi interessa meno, almeno in questo momento. Stasera a Firenze arrivano gli scozzesi dell’Hearts per il ritorno e l’occasione è ghiotta per liberarsi dei fantasmi della Lazio e provare a fare una bella goleada esorcizzante e stimolante. Far gol aiuta a far gol, potrebbe essere lo slogan. E gli scozzesi non sono sembrati invulnerabili. La vittoria è d’obbligo, anche il primo posto è ancora possibile visto che i turchi dovranno venire a Firenze e il Riga è il Riga…