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Caccia all’attaccante, da Petagna a Arnautovic. Rocco, Sabatini è libero

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La caccia all'attaccante e il suggerimento per la dirigenza

Enzo Bucchioni

Questa Fiorentina un po’ intristita e frustrata, sicuramente involuta, diciamo impantanata per essere in stagione, ha bisogno di quella che nel calcio piace definire “una scossa”. C’è bisogno di una scossa, dicevano una volta, che poi può essere un’idea, un’intuizione, un cambiamento tattico o un acquisto sul mercato. Fate qualcosa, insomma, perché continuare così potrebbe diventare rischioso e soprattutto perché c’è ancora mezza stagione da giocare, con Conference e Coppa Italia in ballo.

Il peccato originale

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Non voglio riparlare delle cause che hanno portato a questo punto, quasi di non ritorno. Ho scritto mille volte che il problema più grosso era ed è il centravanti e adesso arrivano tutti. Ho dimostrato più volte con i numeri, dalle occasioni-gol, ai calci d’angolo, il perché di una difficoltà a fare gol, numeri ai quali aggiungo oggi il sette per cento di percentuale realizzativa al termine del girone d’andata. Come dire che su cento possibili gol ne fai sette: non serve andare oltre. Altri problemi si sono aggiunti al flop dei centravanti (l’assenza di Nico e Sottil per quasi tutta l’andata), l’involuzione del gioco, ma quando non si fa gol diventa tutto più difficile. Spesso impossibile.

Le mosse sul mercato

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Allora ripartiamo dal mercato, c’è una settimana di tempo per fare qualcosa e rimediare. Cosa? Vi confermo quanto anticipato la settimana scorsa: si cerca un centravanti. La decisione, alla faccia di tanti che hanno continuato a dire cose diverse, è stata presa e sul centravanti si sta lavorando. Il tanto sbandierato Brekalo (dai soliti) come unico acquisto possibile, si farà ma solo se diventerà un’occasione e ad oggi non lo è ancora. La priorità è il centravanti, anche per volontà dell’allenatore. Ma chi? Non è facile fare entrare qualcuno, anche per le liste che impongono quattro giocatori del proprio vivaio e quattro da squadre italiane, se non esce qualche altro. E qui torno a Jovic che magari alla fine resterà, ma sul quale si sta lavorando. Anche lui cambierebbe aria volentieri, e se dovesse esserci l’incastrino giusto potrebbe anche partire. È dura, ma vedremo.

I nomi al vaglio per il centravanti

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Comunque si lavora su giocatori che come Petagna provengono dal vivaio italiano (Milan) o altri che abbiano giocato già in Italia, italiani o stranieri. Il margine di manovra non è ampio, si cerca una soluzione-tampone. Come vi dicevo, dai nomi togliete Nzola incedibile e ora anche infortunato. E adesso anche Henry, per lui stagione finita. Serve un’idea, vi dicevo. Ma anche un incastro. Difficile pensare di pagare i dieci milioni chiesti dalla Roma per Belotti, ma se si trova la strada per un prestito con clausole di acquisto futuro accettabili, parliamone. Insomma è tutto così e metteteci pure giocatori già corteggiati nel passato come Mayoral o Joao Pedro. Di sicuro sono stati allertati tutti i procuratori e gli intermediari amici per trovare una soluzione accettabile. Non dimentico Arnautovic. Il Bologna insiste per Terzic che è cresciuto molto, lo scambierei soltanto per il centravanti, con le ovvie clausole contrattuali.

Scenari aperti

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A ieri sera però, credetemi, non c’era una pista privilegiata. Non c’è un giocatore in particolare che si possa definire nel mirino. Scenari aperti diversi. Probabilmente questa è un’operazione da ultimo minuto o giù di lì. Intanto per fortuna, per l’immediato, l’infortunio di Cabral non sembra così grave, con tutti i suoi limiti, comunque il brasiliano tornerà presto, non è una consolazione, ma una notizia. Per il resto lo scambio Gollini-Sirigu è praticamente fatto, ma ovviamente non è quella scossa necessaria della quale parlavo all’inizio. Anche Brekalo si farà se costerà il giusto fra commissioni e il resto, altrimenti amen. Se arriva il centravanti, con il ritorno di Nico che domenica potrebbe partire finalmente dall’inizio e Kouamè riportato sulla fascia, gli esterni numericamente potrebbero anche bastare. Comunque Brekalo non è svanito, ma congelato.

Un suggerimento per la scossa

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Una scossa io ce l’avrei, per il presente e per il futuro. Non per il campo, ma per la società. È evidente che ci sia un po’ di stanchezza anche a livello di mercato, tutti compitini (anche quelli meglio riusciti), manca da tempo un’operazione coraggiosa, un colpo su un giovane di talento, qualcosa di geniale e imprevedibile. Siamo alla routine e anche qui un ribaltone servirebbe. E sul mercato c’è il direttore sportivo più bravo degli ultimi vent’anni e forse più, che ha comprato giocatori fatti a buon prezzo (ultimo Dzeko), ma soprattutto scovato talenti ovunque. Chiedere per conferma al Bologna, ultima tappa prima della toccata e fuga a Salerno coincisa però con una salvezza da raccontare alla storia. Parlo di Walter Sabatini, l’avrete capito. Senza nulla togliere a Pradè ormai da troppi anni sulla piazza, troppo normale, o a Burdisso (ha portato lui Cabral), Sabatini ha un altro passo. E Barone? Si chiederà qualcuno. Barone rappresenta la società, è il braccio lungo del presidente, è un’altra storia. Non è certo Barone, il direttore generale, che deve fare il mercato. So benissimo che Walter Sabatini è un uomo complesso, vuole autonomia e obiettivi chiari, ma un pensierino ce lo farei. Di sicuro sarebbe una scossa.

Il valore di Italiano

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A questo punto, però, aspettando il mercato, qualcosa in più mi aspetto anche da Vincenzo Italiano. Non ho mai nascosto la stima per questo allenatore, lo avrei preso ancora prima che lo decidesse la Fiorentina e l’anno scorso ha dimostrato in pieno il suo valore. Deve restare al centro del progetto e la società lo deve fortificare soprattutto agli occhi dei calciatori, ma è evidente che questaFiorentina assomigli poco a quella dell’anno scorso e all’idea di calcio aggressivo, coraggioso, intenso, che ha sempre avuto questo allenatore. La mancanza di un goleador è sicuramente un’attenuante forte, ma in questo momento di difficoltà mi aspetto anche da lui un qualcosa di coraggioso o un’idea per uscire da un’impasse evidente. Questa squadra ha perso il sorriso, sembra non credere più in quello che fa, un confronto con i giocatori per uscire con qualcosa di nuovo magari è già stato fatto, ma è una strada. Troppo difficile e macchinoso questo 4-2-3-1 fluido? Non lo so. E’ un modulo difficile. Forse i giocatori chiedono più libertà? È una domanda.

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Urge un regista

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Mi interrogo se non sarebbe meglio tornare al classico 4-3-3 con un centrocampista che si inserisce e la ricerca degli esterni compresi i terzini che spingono. Mi sembra che questa squadra abbia anche bisogno di un giocatore più simile a un regista. Non parlo di Torreira. Se la Fiorentina avesse voluto prenderne un altro simile c’erano soluzioni in estate, Sensi ad esempio. Si è puntato su Amrabat che è un giocatore fortissimo, ma non per dare tempi e geometrie. Lo dico: insisterei su Bianco al fianco di Amrabat se Mandragora non è pronto e non cresce. Anche questa può essere una scossa e una soluzione. Ma alla ricerca dei migliori e della qualità, si potrebbe anche cercare di far convivere Bonaventura e Barak, un po’ come successe l’anno scorso con Bonaventura e Castrovilli prima dell’infortunio. E spero torni presto Quarta, anche se a volte non è tatticamente perfetto, della sua energia c’è bisogno perché si parla poco della involuzione di Igor e del momento non brillantissimo di Milenkovic, ma anche questa è realtà. E poi, se ci sono dei segnali da dare, alcuni giovani acerbi ma interessanti visti nelle amichevoli di dicembre (Kayodè e perfino Amatucci) comincerei a scaldarli. Parlo sempre di scosse, ovvio.

Critica consapevole e analisi seria

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Quello che resta da fare, comunque, è adottare una critica consapevole. Come ho già detto, vogliamo tutti bene a Bartali e alla sua memoria, ma il “tutto sbagliato, tutto da rifare” nel calcio porta solo a ulteriori disastri. In questi casi, sicuramente non piacevoli, sicuramente difficili da sopportare da parte dei tifosi, per certi versi incomprensibili anche dalla dirigenza, l’unica cosa da fare è un’analisi seria e approfondita. Ci sono cose buone da salvaguardare e cose da cambiare. Lavoriamo su queste. E soprattutto, lo ripeto, paradossalmente va rafforzato l’allenatore agli occhi della squadra e delle prime contestazioni. L’altra sera ero con Arrigo Sacchi, mi raccontava che all’inizio della sua avventura al Milan (ma lo ricordavo bene) perse proprio con la Fiorentina e fu eliminato dall’Uefa. Tutti lo chiamavano il signor Nessuno e chiedevano la sua testa. Berlusconi chiamò i giocatori e disse loro duramente: “Questo signore resterà per almeno altri cinque anni, chi non lo vuole seguire sa dove è la porta”. Non solo, ovvio, ma anche da lì nacque il Milan che ha fatto la storia del calcio. Da una scossa, appunto.

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