Altro appuntamento con il nostro Matteo Magrini. Il tema sono i ricavi viola, in grande aumento, come dimostrato dal bilancio della Fiorentina
Ma tu pensa i casi della vita! E' bastato azzeccare l'allenatore giusto, dare un po' di continuità ad un percorso, tornare in Europa, rifiutare le offerte per il tuo miglior giocatore, raggiungere due finali e tac, come per magia, i ricavi (operativi) hanno toccato vette mai viste prima nella gestione Commisso. La (bella) notizia è arrivata direttamente dalla società: 147,9 milioni di ricavi operativi frutto (appunto) soprattutto dei risultati ottenuti sul campo. Un aumento pari al 33% rispetto alla stagione precedente, che non fa altro che confermare come sia possibile crescere (anche) così.
La storiella del “senza stadio siamo destinati a vivacchiare” insomma, ripetuta spesso da questa proprietà così come da quella precedente, non sta in piedi. E adesso non c'è più bisogno di citare gli altri (vedi Atalanta, Napoli, Lazio) per capirlo. Certo, ciò non significa che avere uno stadio (degno di questo nome) di proprietà sia inutile. Al contrario. Sarebbe (o forse sarebbe meglio dire sarebbe stato) un altro salto nel futuro, ed un ulteriore fonte di guadagni. Non solo. Un impianto moderno infatti, con tutti gli annessi e connessi, rappresenterebbe prima di tutto un passo verso quei tifosi che, nella buona e nella cattiva sorte, non hanno mai fatto mancare il loro sostegno.
Eppure, si può far calcio (bene) anche senza. E i numeri comunicati dalla Fiorentina stanno lì a dimostrarlo. “Basta” ottenere risultati sul campo. Strada complicata, ma non impossibile. Servono programmazione e competenza, scelte giuste e (qualche volta) voglia di rischiare. Per questo, come detto più volte nei precedenti appuntamenti su Violanews.com, speriamo che nel prossimo mercato di gennaio la società non si tiri indietro. Si chiama “rischio d'impresa”, e Rocco Commisso sa bene cosa significhi: investire oggi, per raccogliere i frutti (non solo economici) domani. Entrare in Europa League, per esempio, vorrebbe dire compiere un altro piccolo, ma significativo, passo in avanti. “Senza fretta, ma senza sosta” diceva Johann Wolfgang Goethe. Dev'essere quella, la politica. Aggiungere ogni volta un tassello, senza minare le fondamenta, per costruire un palazzo sempre più bello.
Bene così quindi, sperando che nel frattempo anche il Viola Park inizia a portare qualche ulteriore risorsa e che, la squadra, continui a correre. Tornando all'analisi del bilancio pubblicata dalla Fiorentina però, non ci sono solo aspetti positivi da sottolineare. Il fatto che soprattutto per la minor incidenza delle plusvalenze i ricavi totali siano calati di quasi 20 milioni di euro dimostra come la politica seguita negli ultimi anni, almeno sotto questo punto di vista, non abbia funzionato. Del resto, è stato detto più volte che con Chiesa e Vlahovic si erano sostanzialmente esauriti i grandi patrimoni (tecnici ed economici) da “sfruttare”. Restavano Milenkovic e Nico Gonzalez (l'unico vero grande investimento fatto da questa società fino all'estate scorsa), e stop. Tanti prestiti, parecchi giocatori di “mezza età” e di medio valore, qualche scelta sbagliata. Più che altro, pochissimi giovani. Una strategia poco lungimirante, che oggi ha presentato il conto.