Ad accendere la miccia in casa Fiorentina, come vi avevamo anticipato nella giornata di ieri, è stata l’operazione Oliveira. Joe Barone, che da due anni pilota insieme a Daniele Pradè il mercato viola, era convinto grazie ai buoni uffici di Jorge Mendes di chiudere l’accordo con il Porto per una cifra vicina ai 12 milioni più bonus. I numeri messi sul tavolo dal club lusitano invece sono stati subito ben diversi. Venti milioni non trattabili. Nessuno sconto anche per altri due potenziali obiettivi del club viola nell’orbita del potente procuratore portoghese e cioè Corona, pure lui del Porto, e Guedes del Valencia. Questo quanto troviamo scritto nell’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport in merito alla rottura tra il super agente portoghese e la società gigliata.
Il caso
La ricostruzione: “Per Gattuso incomprensibile non appoggiarsi a Mendes”
Solo un confronto diretto tra Commisso e Gattuso potrebbe riaprire la partita...
A questo punto la miccia è esplosa. Gattuso era convinto che con l’aiuto di Mendes ci fosse la possibilità di arrivare a giocatori da squadra importante. Da squadra Europea. Una dimensione che oggi non appartiene alla Fiorentina. I passaggi successivi parlano di vivaci confronti telefonici sull’asse Spagna-New Jersey. Gattuso ha chiesto che la Fiorentina continuasse ad affidarsi al suo manager, il presidente sosteneva di non volersi vincolare a un procuratore ma non ha trovato la sponda sperata nel tecnico. Con lo stesso allenatore che considera incomprensibile la scelta della società di andare allo scontro con uno dei procuratori più importanti a livello globale. Rapporto che avrebbe alzato il livello delle scelte di mercato viola. I prossimi giorni saranno decisivi per capire se sarà possibile di ricomporre uno strappo che al momento appare irriducibile. Solo un confronto diretto tra Commisso e Gattuso potrebbe riaprire la partita. Ma in questo caso probabilmente dovrebbe cambiare qualcosa nella struttura dirigenziale...
© RIPRODUZIONE RISERVATA