Il giovane centrocampista ha sottolineato quanto il sostegno della famiglia sia stato determinante nel suo percorso:
I miei genitori mi hanno sempre incoraggiato e non mi hanno mai frenato. A tredici anni sono andato a vivere a Firenze in convitto, e loro hanno sempre seguito la mia carriera da vicino. Mio papà è stato giocatore e il calcio è una passione di famiglia, che ci unisce tutti.
La Nazionale
—La prima chiamata è stata in Under 18. Speravo tanto di essere convocato fin dall’Under 15, ma non era mai arrivata. Quando poi finalmente è successo, ero davvero felice. Da lì ho ricevuto altre convocazioni fino all’Europeo a Malta, che è stato il momento più bello della mia carriera. Eravamo un gruppo fantastico, giocavamo bene e ci divertivamo anche nei viaggi in pullman, ascoltando musica e vivendo piccoli momenti che rimarranno nella memoria… ma non tutti gli aneddoti si possono raccontare! Ho lavorato tanto per arrivare all’Under 21. È stato un percorso che mi ha insegnato costanza, pazienza e impegno.
La Fiorentina
—Ho iniziato a quattro anni e mezzo nel Subbiano, giocando con ragazzi più grandi. Alla Fiorentina sono arrivato a nove anni e mezzo e ho seguito tutto il percorso nel settore giovanile, arrivando fino alla Primavera. Ho anche fatto due presenze in prima squadra, ma non mi sentivo ancora pronto per il salto definitivo.
Amatucci coltiva anche interessi al di fuori del campo:
Sto studiando psicologia online, un settore che mi appassiona molto. Amo gli animali e mi interessa capire le persone. Se non fossi diventato calciatore, probabilmente avrei intrapreso questa strada. Mi piace leggere, imparare e praticare anche il tennis.
Infine, il centrocampista ha parlato delle sue ambizioni con la nazionale:
Il mio sogno è partecipare a un Mondiale con l’Italia. A lungo termine, invece, mi piacerebbe costruire una famiglia e avere figli.
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