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Viola in Libano: “Nella notte più lunga aspettiamo la scintilla”

Viola in Libano: “Nella notte più lunga aspettiamo la scintilla” - immagine 1
Riceviamo questa lettera appassionata da un tifoso viola che abita in LIbano
Redazione VN

di Erik Vincenti Zakhia

Si dice che la notte è piu' buia proprio prima dell'alba. E, non si puo' negare che dopo la disfatta di Losanna, l'ultimo bagliore di speranza sia sparito. La nebbia svizzera ha avuto ragione di una squadra smarrita, che finora sta riuscendo a battere record negativi l'uno dopo l'altro.

E se, quando nessuno non se l'aspetta piu', la Fiorentina vincesse la sua prima partita di campionato? Il 21 dicembre è il solstizio d'inverno, la giornata con meno luce, la notte piu' lunga dell'anno. Da domani in poi, ogni giorno sara' un po' piu' lungo. Quest'idea offre, simbolicamente, qualche speranza. Il calcio non è una scienza esatta. Se lo fosse, la Fiorentina sarebbe sesta, settima, ottava, come il suo monte ingaggi. Sarebbe molto noioso, e prevedibile.

Puo' una vittoria, quando sembrava diventata impossibile, trasformare una non-squadra in squadra?

Io lo credo. Credo ancora nella svolta. Chissà se dopo aver stabilito record negativi, parte di questo gruppo possa anche stabilire record positivi.

La squadra è caduta in fondo ad un pozzo, quando pensava di poter toccare le stelle. Non sapendo cosa fare, come lottare, in che direzione remare, è sprofondata ancora di piu'.

Ma arriverà il momento della risalita.

Nessuno non ci crede piu', perchè non c'è piu' luce.

Appunto, da questo momento in poi, la squadra non ha piu' niente da perdere. Puo' continuara a sprofondare. O puo' reagire, ci puo' essere una scintilla, un'alba inaspettata, che trasformi la depressione e il marasma in entusiasmo e leggerezza. Nonostante tutto, i nostri giocatori non sono scarsi. Sono scoraggiati, si', immaturi, sicuramente, lottano poco, certamente, ma non sono scarsi, e l'entusiasmo, e la fiducia in se, possono fare moltissimo per trasformare una non-squadra in squadra.

A volte vedo i giocatori in campo lottare e impegnarsi, ma non sanno come farlo - sono come note stonate.

E' la fiducia che manca. Sono ragazzi giovani, milionari, ma pur sempre ragazzi. Ognuno di noi, a un momento o l'altro della vita, ha mancato di fiducia. E quando manchiamo di fiducia, nulla non ci riesce piu'. E' cio' che sta succedendo alla Fiorentina. Lo stupore di essere ultimi è tale, che i giocatori sembrano portare chili di piombo sulle loro spalle.

Ora, vincere una volta in campionato potrebbe rappresentare uno shock positivo per loro. Come una maledizione che viene sfatata. Come se all'improvviso si risvegliassero da un incubo, e scoprissero che in realtà la Fiorentina è capace di vincere. Se succede, tutto puo' ribaltarsi all'improvviso, e la squadra potrebbe ricordarsi come si gioca a calcio.

In quanto a tifosi, non possiamo sapere se ci sarà questa svolta, e come succederà. Possiamo solo sperare, e sperare che accada oggi, contro l'Udinese.

Ci sono tifosi viola che seguono la Fiorentina con grande attenzione e passione dal Libano. Non solo esseri umani, ma anche gatti, Amaranto in questo caso (lo vedete nella foto di copertina) !

Parecchie generazioni fa, i nostri avi salparono da Livorno. Ma non abbiamo mai dimenticato le nostre origini, e la Fiorentina è sempre viva nei nostri cuori. Essendo poeta e scrittore, oltre che ingegnere, posso offrire una chiave di lettura un po' piu' poetica, un po' piu' spirituale, di quella classica.

Parecchie volte in questa stagione, ho avuto chiaramente l'impressione che ci fosse come una "macumba" che facesse andare tutto storto. Dal malore di Bove in poi, quando la Fiorentina era prima del campionato, abbiamo iniziato la nostra lunga discesa. All'inizio (l'anno scorso) perdevamo con le piccole con prestazioni spesso indecenti, ma vincevamo contro le grandi. Poi, quest'anno, perdendole quasi tutte.

Se avessimo vinto contro il Cagliari, forse saremmo stati in lotta per l'Europa. E' il piu' vicino che siamo stati a vincere una partita di campionato. E' come se in fondo la squadra si aspettasse di lottare per obiettivi impossibili da nominare (lo scudetto), e che, perdendo questi due punti all'ultimo minuto, fosse caduta in una depressione, che partita dopo partita, è diventata sempre piu' pesante, piu' grave, piu' profonda.

E' buio pesto ora. Pero', ci sono ancora ventitré partite. Iniziamo a vincere, impariamo a vincere, e poi, chissà. Sulle ali dell'entusiasmo, tutte le prospettive potrebbero cambiare. Certamente, bisogna vincere, vincere parecchie partite di fila. E allora, il cuore di Firenze ricomincerà a battere.

Nota sull'autore:

Erik Vincenti Zakhia, è uno scrittore, poeta, ingegnere, esperto di permacultura e attivista per la pace, oltre che un tifoso della Fiorentina. Ha 34 anni, ed abita Amchit, in Libano, con la sua famiglia (tutti tifosi viola). E’ titolare di un diploma di master d’ingegneria nello sviluppo sostenibile dall’Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne, e parla quattro lingue. Potete seguire il suo lavoro su https://www.linkedin.com/in/erik-zakhia/