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Fiorentina e Real Madrid: due club distanti ma qualcosa li unisce

Redazione VN
A prima vista non potrebbero essere più diverse: una è l'emblema glo͏bale del dominio europeo, l'altra è un simbolo citta͏dino che resiste e riparte. Eppure tra il Real Madrid e la Fiorentina ci sono dei legami che non ci si aspetta.

Possiamo dire che Madrid e Firenze non vivono nello stesso pianeta calcistico, ma si toccano più spesso di quanto si possa pensare. Se stai organizzando una trasferta al Bernabéu, acquista i biglietti del Real Madrid su Hellotickets in modo sicuro e goditi il match dal vivo. Vivere lo stadio è parte integrante dell'esperienza dei tifosi e ti permette di vedere live l'emozione che coinvolge i fan di uno dei più grandi club europei. Non importa se nel tuo cuore c'è posto solo per la Fiorentina, vale la pena assistere ai grandi match dal vivo per capire in che modo viene vissuta la passione per il calcio rispetto all'Italia.

Una finale che ha segnato un'epoca

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La cosa più evidente in comune tra questi due club risale al 30 maggio 1957 con Real Madrid-Fiorentina, la finale di Coppa dei Campioni al Bernabéu. Vinsero i blancos 2-0 con un rigore di Di Stéfano e un gol di Gento, davanti a 124 mila persone. È un frame che ritorna in ogni storia viola: la prima finale europea della Fiorentina e la seconda Coppa dei Campioni consecutiva per il Real. Quel giorno è diventato quasi un archetipo di potenza e di spettacolo contro organizzazione e orgoglio.

Settant'anni dopo, la trama si ripete ma con attori diversi, il Real continua a vincere, nel 2024 ha messo in bacheca la 15ª Champions battendo il Borussia Dortmund a Wembley, mentre la Fiorentina ha giocato (e perso) due finali di Conference di fila. Due binari distanti che però restano sulla stessa mappa europea.

Allenatori-idea: Xabi Alonso oggi a Madrid, Pioli di nuovo a Firenze

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Un'altra cosa in comune è il peso dell'allenatore come progetto. A Madrid è arrivato Xabi Alonso, ufficializzato a fine maggio con un contratto fino al 2028. Subito vittoria all'esordio europeo (2-1 all'OM) e prime scelte forti di gestione del gruppo. Una continuità di mentalità dopo l'era Ancelotti, chiusa con i saluti istituzionali e la prospettiva di guidare il Brasile.

A Firenze invece è tornato Stefano Pioli, chiamato a dare equilibrio dopo l'addio lampo di Raffaele Palladino. La ricostruzione viola passa da una figura che conosce già l'ambiente e le aspettative, con un contratto triennale e l'obiettivo di stabilizzare la squadra in Europa. Il cambio panchina è stato netto e ufficiale, segno di una società che ha scelto la strada dell'esperienza.

Incroci reali: quando il mercato unisce più della geografia

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Negli ultimi anni i due club si sono toccati anche sul mercato. Álvaro Odriozola ha giocato a Firenze in prestito nel 2021-22, esperienza utile per rilanciarsi con minuti veri. Luka Jovićha firmato con la Fiorentina nell'estate 2022 dopo il passaggio a vuoto al Real: un nome pesante, un tentativo di scommessa tecnica e psicologica sull'attaccante serbo. Sono scelte che raccontano due modelli diversi che però si incastrano, il Real accumula talento e deve gestirne i flussi; la Fiorentina prova a intercettare i profili in cerca di un contesto.

Questi attraversamenti non sono solo dei casi di calciomercato, spiegano come l'élite europea ridistribuisca i giocatori verso i club di fascia media con ambizione, dove possono ritrovare minuti, fiducia e valore. Ed è qui che Firenze è spesso un ponte interessante.

Stadi e ricavi: Bernabéu come fabbrica d'esperienze, Franchi come cantiere di futuro

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Qui la distanza è grossa ma istruttiva. Con il nuovo Bernabéu praticamente completato, il Real è diventato il primo club al mondo a superare 1 miliardo di euro di ricavi nella stagione 2023/24. Il dato che colpisce è il matchday: 248 milioni di euro, più che raddoppiato rispetto all'anno prima, grazie a hospitality, eventi e un calendario di utilizzo dello stadio che va oltre la partita. È un salto strutturale che fa scuola.

A Firenze, lo Stadio Artemio Franchi è invece un cantiere aperto. Dopo mesi di incertezze, nell'estate 2025 sono arrivati 55 milioni di euro di fondi nazionali per far ripartire la riqualificazione. I tempi restano tema sensibile, si parla di ritardi accumulati e scadenze in movimento, ma l'idea è chiara: un impianto rinnovato, rispettoso del valore architettonico e più funzionale alla crescita del club. In piccolo, ciò che il Bernabéu ha già dimostrato: lo stadio oggi è infrastruttura economica, non solo cornice.

Identità e obiettivi: la grandeur contro l'artigianato competitivo

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Il Real vive di target massimi, anno dopo anno. Nel 2024 ha rialzato la Champions e, con l'arrivo di Xabi Alonso, riparte con lo stesso mantra: stare dove si decide tutto. Non a caso, già a settembre 2025 continua a vincere partite in Europa, segno di una cultura che non si perde nei passaggi generazionali.

La Fiorentina, negli ultimi anni, ha messo insieme finali europee e piazzamenti in Serie A che l'hanno riportata stabilmente nelle coppe (sesto posto nel 2024/25). Non sono trofei, vero, ma sono indizi di un club che ha ritrovato un'identità internazionale. Con Pioli l'obiettivo dichiarato è rendere normale l'Europa, evitando gli alti e i bassi che hanno frenato l'ultimo ciclo.