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Quagliarella e il dramma dello stalker: “Fece trovare una bara con la mia foto”

Redazione VN
Il toccante racconto dell'ex attaccante

L'ex viola Fabio Quagliarella ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera dove ha ripercorso diverse tappe della sua carriera. Ma non solo, ha parlato anche di una questione delicata come quella dell'essere stato per anni vittima di stalking da parte di uno sconosciuto, poi scoperto essere una persona vicina a lui:

Papà aveva messo le lettere una sull’altra, sono alte più di un metro. Le rileggeva ogni volta per capire chi potesse essere l’autore. Ce lo avevamo in casa, fu lui a intuirlo. Quella vicenda ci ha cambiato la vita. Ero al campo ma non c’ero, avevo paura che mentre ero via potesse accadere qualcosa alla mia famiglia. Li chiamavo spessissimo, ad ogni pausa dell’allenamento. Stavano bene, ma temevo non fosse vero. Difficile concentrarsi così. Ero a cena ma in realtà no. Nella mia vita un buco nero di otto anni. Sì, prima o poi le brucerò quelle lettere. Accuse peggiori? Tutte infamanti, quella di pedofilia è schifosa. Dopo è stato pure peggio: quando per tanti anni sei ricattato, la paura ti resta dentro. L’accusa di essere un pedofilo ma non solo, anche di essere invischiato con camorra, droga e calcio scommesse. Le minacce di morte a mio padre: “Gli spariamo in testa” e “Adesso mettiamo una bomba nel suo palazzo”. Una volta fece trovare sotto casa una bara con sopra la mia foto. Mi stava distruggendo la carriera, rovinò il mio trasferimento al Napoli