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Il doppio ex di Fiorentina e Inter, Stefan Jovetic ha parlato ai microfoni di Sky di moltissimi temi legati al suo passato, ma anche al presente. Ecco le sue dichiarazioni:
Jovetic a cuore aperto
Il doppio ex di Fiorentina e Inter, Stefan Jovetic ha parlato ai microfoni di Sky di moltissimi temi legati al suo passato, ma anche al presente. Ecco le sue dichiarazioni:
Seguo sempre con piacere la Serie A. Ho tanti amici in questo campionato. Fiorentina-Inter? I viola non erano partiti benissimo, ma è normale. Quando arriva un nuovo tecnico ci vogliono mesi per abituarsi al suo stile di gioco. Palladino sta dimostrando il suo grande valore. Ho visto alcune partite della Fiorentina e posso dire con piacere che fanno un bel calcio. Però l'Inter ha la rosa più completa della Serie A. Ha una panchina lunga, che in queste partite può fare la differenza: per questo vedo favorita l'Inter domani. Firenze? Ho ancora un appartamento in quella meravigliosa città. La mia carriera non mi ha mai permesso di visitarla come turista. Poi la scorsa estate sono tornato a Firenze per un matrimonio e sono finalmente riuscito a godermela. Sono stato molto bene, ero emozionato all'idea di tornare a Firenze. E' una delle città più belle d'Europa, mi è mancata davvero tanto in questi anni che sono stato via. Ricordi? Sono stati gli anni più belli della mia carriera da calciatore. Sono cresciuto tanto in quei 5 anni e con me tutta la squadra. Giocavamo bene e ci divertivamo tanto. Sono stato anche il capitano e ancora oggi ho un grande rammarico per la sfida di Champions League contro il Bayern Monaco, in cui siamo stati ingiustamente penalizzati. Sono convinto che eravamo così forti da andare avanti nella competizione. La Serie A era piena di campioni e noi costantemente lottavamo per i primi 3/4 posti. Il gol più bello? Il primo contro l'Inter con Montella in panchina. Un destro a giro da 20 metri che si è spento sotto l'incrocio dei pali. Il più importante? Me ne vengono in mente 3. La doppietta in casa contro il Liverpool e il gol allo Sporting Lisbona al Franchi che ci ha permesso di andare ai gironi di Champions. Il 4-1 con l'Inter? E' stata una partita spettacolare in un momento stagionale particolare. Noi eravamo in forma in quella gara, mentre nelle partite precedenti avevamo fatto fatica. Dopo quella vittoria tutto cambiò e riuscimmo a ripartire in campionato fino ad arrivare quarti, a un passo dalla qualificazione in Champions. Il passaggio al City? In quel momento arrivavo da 5 anni alla Fiorentina, di cui uno saltato per un grosso infortunio. Sentivo di essere in una fase di carriera in cui potevo fare un passo in più, soprattutto per vincere un trofeo. Al City ho vinto una Coppa di Lega e una Premier League. I ricordi passano anche dalle vittorie e ogni calciatore vuole alzare i trofei. Finale di Conference? E' stata una serata importante. Mi mancava vincere un trofeo europeo e quindi tenevo molto alla partita. Mi è dispiaciuto giocare contro la mia Fiorentina, ma è il calcio è così beffardo. Abbiamo fatto la nostra partita, creando occasioni e guadagnandoci la vittoria. Un velo di tristezza c’è stato, lo ammetto, perché conosco la Fiorentina e i suoi tifosi, so da quanto tempo aspettano un trofeo. Dopo il triplice fischio infatti non sono andato subito a festeggiare con i miei compagni ma sono passato prima a salutare i giocatori e il pubblico viola. Ritorno in viola? In questa fase di carriera guardo soprattutto la mia famiglia. Ho tre figli e non voglio farli spostare di continuo, anche perché quando superi i 30 le squadre di offrono solo un anno di contratto. Qui a Cipro ho firmato per due anni ed è proprio questo ciò che mi ha convinto, in più c'è un clima fantastico e il campionato è in grande crescita. Ho iniziato a giocare ad alti livelli a 16 anni, con il Partizan. A 17 anni sono stato nominato capitano. E poi la Champions, la Fiorentina, la pressione. In questa fase della mia vita volevo qualcosa di tranquillo. Ovviamente se un giorno arrivasse una grande offerta, la prenderei in considerazione. Non parlo economicamente, ma un club medio che non lotta per salvarsi. Dopo la Premier il campionato più bello è la Serie A. Venezia? In estate c'è stata una trattativa con il Venezia. Prima ho parlato con l'allenatore e sembrava una trattativa più che avviata, poi non ci siamo trovati ed è saltato tutto. Cosa direi al me di 18 anni? Di non perdere l'amore per il calcio. Perché senza la passione per questo sport sarebbe stato difficile superare tutti i problemi fisici della mia carriera. In più gli ricorderei che questo, per quanto sia un lavoro, deve sempre rimanere un gioco con cui potersi divertire. Anche perché sennò il calcio perde il suo senso
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