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LE DUE VOLTE DI PELÉ CONTRO LA FIORENTINA

Anche Pelé si inchinò alla Fiorentina di Montuori e Hamrin il 3 giugno 1960

Anche Pelé si inchinò alla Fiorentina di Montuori e Hamrin il 3 giugno 1960 - immagine 1
Nelle due gare che il Santos di Pelé disputò a Firenze contro la Fiorentina conseguì una sconfitta ed un pareggio. "O'Rey" riuscì, comunque, a regalare alcune giocate del suo straordinario repertorio
Roberto Vinciguerra
Roberto Vinciguerra Redattore 

Tre volte a Firenze, ma in campo "solo" due

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Dopo aver dovuto rinunciare a scendere in campo con la nazionale brasiliana a Firenze il 29 maggio 1958 (in occasione dell’amichevole vinta contro la Fiorentina per 4-0, nella gara che segnò il congedo definitivo di Julinho dal pubblico fiorentino) a causa di un infortunio, Pelé, col Santos, riuscì successivamente ad affrontare la formazione gigliata in altre due occasioni e sempre al “Comunale” di Campo di Marte. La prima, da campione del mondo, il 3 giugno 1960, la seconda il 27 giugno 1967. In entrambe le gare i brasiliani si misero in luce, oltre che per le tradizionali “giocate”, per il gioco duro e decisamente falloso, al punto che il carattere “amichevole” delle partite andò completamente a farsi benedire. Non solo. In entrambe le gare il Santos di Pelé venne abbastanza dominato dai viola che si imposero per 3-0 nel 1960, per poi pareggiare 1-1 nel 1967.

 

 

Tris viola nel 1960. Pelé ci prova fino alla fine

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Nell’amichevole del 3 giugno 1960 i viola vice campioni d’Italia, grazie anche ad una solida difesa in cui si misero in luce Sarti ed il giovane Gonfiantini, offrirono un’ottima prestazione di fronte al proprio pubblico. Da evidenziare il fatto che, solo 2 giorni dopo, la squadra di Carniglia avrebbe ricevuto la visita del Genoa nell’ultima gara di campionato (vinta poi per 2-0 con doppietta di Hamrin). Dopo essere andata al riposo sull’1-0 grazie ad un gol di Montuori (e ad un palo colpito da Pelé nei minuti iniziali), la Fiorentina raddoppiò e triplicò nella ripresa con Lojacono e Petris, dopo che la squadra paulista era rimasta in campo con 9 giocatori a causa delle espulsioni di Getulio (fallo di frustrazione su Montuori che lo aveva ridicolizzato per l’ennesima volta) e di Mengalvio, che, per “ravvivare” la serata storta della propria squadra, vide bene di aggredire l’arbitro proprio mentre stava buttando fuori il compagno di squadra! Nei minuti finali Pelé non si diede per vinto e provò a realizzare il gol della “bandiera” con un tiro da 40 metri che si infranse sotto la traversa per poi cadere a ridosso della linea di porta. Per i brasiliani era gol, ma non per l’arbitro Jonni (già, proprio quello della sciagurata direzione di Genoa-Fiorentina 3-1 nell’ultima giornata del campionato 1995-56...).


Il "carneade" Badari rovina festa e rivincita a Pelé nel 1967

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Sette anni dopo, esattamente il 27 giugno 1967, il Santos di Pelé affrontò nuovamente la Fiorentina al “Comunale” nella prima delle tre gare valide per il torneo “Città di Roma”, a cui presero parte Fiorentina, Santos e Roma. Quel Santos era reduce da una tournée di 11 gare amichevoli in cui aveva conseguito 9 successi e 2 pareggi, e restare imbattuto anche contro la Fiorentina “Yé-Yé” di Chiappella (in cui erano, però, assenti Merlo e Chiarugi) avrebbe rappresentato una piccola impresa per la squadra paulista. Davanti ad oltre 40.000 spettatori fu spettacolo di calcio e di… calci. Rispettando la tradizione, infatti, i giocatori del Santos non si risparmiarono agonisticamente parlando, favorendo, così, il gioco duro. Lo stesso Pelé venne “alle mani” con Brugnera poco prima dell’intervallo. Ebbene sì, roba da non credere, il bomber Mario Brugnera contro O'Rey!  Il marcatore scelto da "Beppone" per marcare Pelé era Pirovano, ma Chiappella aveva richiesto un discreto sacrificio al centravanti viola in fase di ripiegamento, chiedendo di raddoppiare proprio sul numero 10 in maglia bianca, e Brugnera rispettò fedelmente le consegne, al punto che Pelé stesso venne condizionato da queste asfissianti marcature. Nella ripresa Pelé riuscì, comunque, a sfoderare alcune giocate degne del suo nome, ma un palo e Superchi (subentrato ad Albertosi) gli negarono il gol. A far da contralto a Pelé (e alle sue giocate) nelle file viola ci pensò Alessio Badari da Luzzara, giovane centrocampista in “prova” dalla Reggiana. Il promettente emiliano (che, però, non ebbe un futuro in maglia gigliata) subentrò a Bertini nella ripresa e resse bene la linea avanzata del centrocampo viola insieme a De Sisti. Contestualmente all'entrata in campo di Badari restò, però, negli spogliatoi il capitano e bomber viola Kurt Hamrin sostituito da Manservisi. Gli spettatori del "Comunale" non sapevano che quella gara avrebbe rappresentato l'ultimo... volo dell'uccellino svedese sulla fascia destra del terreno di Campo di Marte con la maglia viola numero 7.  Nell’ultimo quarto d’ora di gara successe di tutto. Pelé ubriacò i difensori gigliati che superò come birilli prima di essere steso in area di rigore. L’arbitro Monti indicò il rigore, ma, prima della realizzazione di Carlos Alberto, Toninho sferrò improvvisamente un colpo in faccia a Rogora. Il terzino viola volò per terra e il centravanti paulista, giustamente espulso, volò... negli spogliatoi. Dal dischetto il “Capo del Tri” (capitano dei verdeoro campioni del Mondo 3 anni dopo in Messico) portò in vantaggio il Santos. La Fiorentina non si disunì e, grazie ad un assist di De Sisti (un altro dei futuri protagonisti al mondiale messicano insieme ad Albertosi e Bertini), il “carneade” Badari riuscì ad infilare il portiere avversario con una sassata di destro dal limite. Per Pelé, anche in questo caso, la Fiorentina rappresentò un ostacolo insormontabile. Riposa in pace leggenda.

 

 

 

Pelé e De Sisti a fine gara

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