Quel 25 dicembre 1960 la Fiorentina, imbattuta in casa in campionato da più di un anno e mezzo, scese in campo con la consapevolezza che non avrebbe potuto (e dovuto) sbagliare niente. Tre giorni dopo i viola avrebbero, poi, affrontato la gara di ritorno dei quarti di finale di Coppa delle Coppe contro il Lucerna, impegno abbastanza agevole visto che partivano dal triplo vantaggio acquisito nella partita d'andata in Svizzera. Il primo impegno in Coppa Italia era previsto nel febbraio successivo.
Quella gara con i biancorossi, purtroppo, si trasformò nel Natale più drammatico della storia viola: in campo i giocatori di "zio Lajos" (nonostante la presenza di ex scudettati come Sarti, Orzan e Montuori, oltre che del bomber Hamrin) non riuscirono a sfondare la difesa avversaria e, dopo il gol di Puja a 20 minuti dal termine, lo stadio si trasformò in una bolgia inferocita contro giocatori e dirigenza, in particolare contro il presidente Befani presente, come sempre, in tribuna.
Dopo la sconfitta di misura, i "supporter" viola (non paghi dell'accesissima protesta durante la parte finale dell'incontro) assediarono letteralmente i giocatori gigliati nel dopo gara, al punto che, per due ore, la squadra restò chiusa nello spogliatoio.
Pensare che, solo 6 mesi dopo, quella stessa squadra (alla cui guida tecnica, poche settimane dopo, rimase solo Hidegkuti) trionfò, nel giro di pochi giorni, prima in Coppa della Coppe (prima squadra italiana in assoluto ad alzare un trofeo UEFA) e poi in Coppa Italia, centrando un "doppietta" memorabile quanto unica, ma questa è un'altra storia.
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