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La squadra aveva disputato l’ultima amichevole a Rovereto solo 5 giorni prima: un pareggio per 1-1 contro il Verona rimasto nella storia per via dell’invasione degli infuriati tifosi viola a 10 minuti dal termine che, di fatto, rappresentò l’epilogo sul campo del sodalizio gigliato nato nel 1926. La sera del 31 luglio Vittorio Cecchi Gori, oramai solo e senza disponibilità finanziarie, si era praticamente arreso all’idea di vedere definitivamente spezzata la storia della gloriosa Fiorentina. Neanche la farsa del fax della fantomatica banca colombiana, che avrebbe dato delle presunte garanzie al presidente gigliato, servi ad evitare l'inevitabile sentenza che arrivò alle ore 11:44 del primo agosto durante la seduta del consiglio di Lega presieduto da Adriano Galliani: l’Associazione Calcio Fiorentina venne esclusa da tutti i campionati professionistici.
Al posto dei viola, in Serie B, venne ripescata la Ternana che, in un certo senso, si senti “compensata” proprio di un clamoroso “torto” subito proprio dalla Fiorentina nel lontano 1928. Per Firenze e i tifosi viola fu un momento devastante. «La vecchia Fiorentina non esiste più – spiegò Galliani - É indispensabile che nasca una nuova società che rappresenti Firenze». Il consiglio di Lega diede mandato al presidente della FIGC Carraro di «esaminare ogni ipotesi volta ad assicurare la presenza nei campionati professionistici di una squadra che sia espressione della città di Firenze».
Era necessaria, quindi, la costituzione in tempi brevissimi di una nuova società che potesse mantenere Firenze nel calcio professionistico, altrimenti, per questo eventuale nuovo sodalizio, si sarebbero aperte le porte dei dilettanti. E la cosa si concretizzò solo poche ore dopo, esattamente alle ore 16:30 quando una nota del Comune di Firenze comunicò che “Si è costituita oggi, 1 agosto 2002 la società "Fiorentina 1926 Florentia srl" di cui è presidente il sindaco Leonardo Domenici”.
La costituzione della nuova società, che aveva tutti i requisiti necessari per l’iscrizione ad un campionato professionistico, avvenne con un atto formale davanti al notaio Cavallina. Protagonisti assoluti di quell’operazione lampo, che evitò la morte del calcio a Firenze, furono il sindaco Leonardo Domenici e l'assessore allo sport Eugenio Giani, i quali diventarono i primi soci (“alla pari”) della neonata società gigliata, che avrebbe preso parte, poi, al campionato di Serie C2 con il nome di Florentia Viola.
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