All'inizio del secondo tempo Campanati annullò un gol regolare di Virgili a causa di un fuorigioco inesistente in quanto un difensore del Bologna era addirittura accanto al portiere sulla linea di porta. Il pubblico viola iniziò a spazientirsi ed il nervosismo serpeggiò sia sugli spalti che sul terreno di gioco, dove i ragazzi di Fulvio Bernardini persero anche la concentrazione, consentendo al Bologna di manovrare senza opporre la giusta resistenza, tanto che pochi minuti dopo i petroniani andarono in vantaggio ancora con Pivatelli, dopo una sgroppata di alcune decine di metri fatte con la palla al piede. Al 37° minuto, dopo altre decisioni dubbie prese dal direttore di gara, il Bologna segnò per la terza volta con Valentinuzzi su assist di Pivatelli. Due minuti dopo arrivò il "fattaccio": Cervellati, al limite dell'area gigliata, intervenne fallosamente su Magnini, il quale stava tentando di fare ripartire l'azione dei viola. Lo stesso Magnini batté subito la punizione, ma l'arbitro fermò il gioco perché, a suo parere, la palla non era completamente ferma al momento del calcio del difensore gigliato, il quale, stizzito per questo atteggiamento del direttore di gara, allargò platealmente le braccia, imprecando nella direzione di Campanati, il quale, a sua volta, non gradendo, lo invitò energicamente a lasciare il campo.
Quando il pubblico si accorse dell'espulsione scoppiò il pandemonio. Moltissimi supporter gigliati, in segno di protesta, si attivarono nel tradizionale lancio sul terreno di gioco del cuscino, mentre un nutrito gruppo di sostenitori viola scavalcò le reti di recinzione ed invase il campo. Molti di loro si diressero verso il malcapitato arbitro Campanati che, grazie ad una fuga improvvisata, riuscì a rimediare, fortuna sua, solo una parte dei pugni e schiaffoni che volarono nella sua direzione, mentre una minoranza dei tifosi viola si diresse verso gli sbigottiti giocatori gigliati ed, in particolare, verso Ardico Magnini che venne portato, addirittura, in trionfo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA