Decisione
—Altri tempi, ancora altri calciatori e Beltran neppure ci penserà. Giusto. Gli basterebbe intanto che si ripetesse quello che è stato di recente contro Verona e Monza: un suo gol per dare il successo alla Fiorentina. Decisivo. Ecco, questa è l’essenza per un attaccante e questo ricerca il classe 2001 per farsi forza e trasferirla alla formazione viola. Consapevole ancora di essere lontano da quello che tutti si aspettavano, probabilmente lui per primo: sei gol mettendo insieme campionato (dove ha fatto centro anche contro Salernitana e Udinese) e Conference League (dove è fermo ai due gol realizzati ad ottobre contro il Cukaricki) sono pochi a questo punto della stagione, ma quelli di campionato raccolti nelle ultime sei gare disputate spostano il punto d’osservazione e di giudizio.
Eppure con ventisette presenze per 1.428 minuti complessivi e una media di un gol ogni 240 minuti, adesso a Beltran serve lo scatto in avanti. Il vantaggio rispetto a prima è che questi mesi gli sono stati utili per crescere mentalmente, per inserirsi bene a fondo in quello che lo circonda, per farsi carico di pressioni e responsabilità, senza più sentirle. Non è un processo finito e concluso, però è a buon punto. A Beltran serve la serata speciale: l’Inter e la sfida (a distanza) con Lautaro Martinez rappresentano lo “sparo” ideale per trasformare i blocchi in catapulte.
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