Ore di attesa
—Non resta che aspettare insomma, anche se la Fiorentina non ha intenzione di tirarla ancora per le lunghe. Anzi. O l’affare si sblocca velocemente o Pradè potrebbe seriamente prendere in considerazione di mollare la presa e, dopo quasi otto mesi di corteggiamento, guardare altrove. E chissà. Magari è proprio per questi segnali arrivati da Firenze, oltre che per la pressione dello stesso Gudmundsson, che il Genoa ha deciso di accelerare. Senza dimenticare il pressing sotterraneo dell’Inter, che nei giorni scorsi aveva lasciato intendere ai rossoblù di esser pronta, magari negli ultimissimi giorni di mercato e mettendo sul piatto Arnautovic, a tornare in partita. C’è anche questo pericolo quindi, dietro al forcing dei viola. O si o no, insomma. O dentro o fuori, con Nico Gonzalez spettatore interessato visto che la Fiorentina, con lui, fa lo stesso identico ragionamento del Genoa con Gudmundsson: finché non entra il suo erede, l’argentino non si muove.
A lavoro per la formula finale
—Nel frattempo, le tre società coinvolte, lavorano per limare i rispettivi accordi. Per l’islandese l’intesa dovrebbe arrivare sulla base di un prestito oneroso da 7 milioni più diritto di riscatto che può trasformarsi in obbligo a determinate condizioni fissato a 18 più bonus mentre per Nico, la Juve, deve salire ancora rispetto ai 30 milioni dei quai si è parlato ultimamente. Occhio comunque anche all’Atalanta, impegnata fino a ieri nella Supercoppa Europea, ma sempre pronta (anche grazie ai soldi che gli stessi bianconeri potrebbero girarle per Koopmeiners) a rientrare pesantemente in corsa. Tutto questo mentre Palladino continua ad aspettare anche un altro rinforzo a centrocampo, due se alla fine Amrabat partisse, e il nome di Bove resta quello più gradito anche se la Roma deve scendere rispetto alla richiesta iniziale di 15 milioni. Arthur invece, che preme per tornare, è un’idea da last minute. Prima però, Gudmundsson, e la risoluzione del caso Nico. Adesso, o probabilmente mai più.
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