La riapertura degli spalti degli stadi - si legge stamattina su La Gazzetta dello Sport - ha riproposto la vergogna degli cori razzisti. Il riferimento va agli insulti rivolti domenica scorsa al Franchi a Koulibaly, Anguissa e Osimhen. Il gruppetto razzista si trovava, secondo le ricostruzioni delle forze dell’ordine, in curva Fiesole. E proprio ieri la Digos di Firenze ha cominciato il lavoro che potrebbe portare nelle prossime ore a identificare i responsabili. Mentre la procura federale ha aperto un’inchiesta: a differenza degli altri episodi di questo inizio di stagione, gli ispettori presenti hanno infatti visto e sentito, ascoltando la testimonianza dello stesso Koulibaly.
La Gazzetta dello Sport
Si muove la Digos per gli insulti razzisti al Franchi: venivano dalla Fiesole
Proprio ieri la Digos di Firenze ha cominciato il lavoro che potrebbe portare nelle prossime ore a identificare i responsabili
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Alle scuse del sindaco Dario Nardella è seguita la ferma condanna della Fiorentina, che nel suo comunicato ha fatto chiaro riferimento anche ai cori contro Vlahovic durante l'ultimo Atalanta-Fiorentina. Anche il presidente federale Gabriele Gravina e il presidente dell'Assocalciatori Umberto Calcagno si sono uniti al coro di denuncia. Prima del Covid, la Federcalcio aveva deciso di rendere più incisive le norme che prevedono l’interruzione della partita in caso di insulti razzisti. Inoltre, ora è prevista la riduzione o l’annullamento della responsabilità oggettiva delle società nel caso di collaborazione fattiva del club con le forze dell’ordine nell’identificazione degli autori dei cori. L’obiettivo era di impedire che le società finissero sotto lo scacco del ricatto dei violenti. Un proposito sacrosanto. Tutto questo, però, non può significare una sorta di generale impotenza di fronte alla vergogna.
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