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Per una volta, la Juve è d’esempio: Koulibaly come Maignan, e l’Atalanta impari

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Non c'è più posto per certe scene nel calcio italiano, e la Fiorentina come altre società lo vuole far capire bene. Manca qualcuno all'appello...

Federico Targetti

Brava, Fiorentina: tempismo e reazione a quanto successo ieri sera, con gli insulti razzisti ai tre africani del Napoli e a Koulibaly in particolare, sono stati pressoché perfetti. Subito le scuse personali da parte del DG Barone, seguite poi dopo qualche ora da un dettagliato e accorato comunicato sul sito ufficiale del club, che informa circa la totale disponibilità della società viola a collaborare con le forze dell'ordine per identificare e punire i responsabili di tanta inciviltà. Perché non è più possibile considerare lo stadio come una zona franca dove vale tutto, dove non esistono buon senso e rispetto per il prossimo (che sì, è un avversario, ma lo è solo nell'arco di un paio d'ore).

Quindi mettiamo da parte le rivalità e applaudiamo anche la Juventus, il cui esempio corretto è stato seguito dai viola: in occasione della gara col Milan allo Stadium, il tifoso che aveva insultato Mike Maignan è stato rintracciato e denunciato, a poco sono valse le scuse per un comportamento che semplicemente non si può scusare. Invece, e la Fiorentina ci ha tenuto a farlo notare, lo stesso non si può dire dell'Atalanta, che ha passato sotto silenzio sia gli "zingaro!" rivolti a Vlahovic qualche settimana fa, sia gli ululati nei confronti di Dalbert nell'ormai lontano (!) 2019. Una volta di più, a Bergamo hanno dimostrato di doverne ancora mangiare, di pastasciutta, prima di entrare veramente nel club delle grandi. Sia sul campo (l'unica delle cosiddette Sette Sorelle che per ora non ha battuto la Fiorentina) sia, soprattutto, fuori.

Henrique Dalbert
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