Alberto Polverosi legge con lucidità la sintesi della serata della Fiorentina, di nuovo a un passo da un trofeo che valeva moltissimo
Il grande dolore della notte di Atene, a tratti insopportabile. Sguardi persi, lacrime, una botta difficile davvero da mandare giù. È la sintesi che fa Alberto Polverosi oggi sul Corriere Dello Sport in merito alla pesantissima gara dell'Agia Sophia, dove a esultare è l'Olympiacos. La Fiorentina avrebbe meritato un trofeo, invece oggi si ritrova con tre finali perse su altrettante giocate (oltre a sei semifinali. Eccone un estratto.
Questa finale valeva più di una coppa, era una porta su un futuro più luminoso, valeva l’ingresso in Europa League e certificava in modo netto e indiscutibile la crescita della Fiorentina. Una crescita che comunque c’è stata, anche se molti ricorderanno i tre anni di Italiano con le tre finali perse. Invece conta il percorso e se la squadra guidata da Vincenzo ha giocato 162 partite in tre stagioni significa che ha lottato sempre fino in fondo su tutti fronti. È stato ancora l’ultimo atto a fermarla in quella sottile differenza (che secondo la gente non è poi così tanto sottile) fra una squadra vincente e una squadra perdente. Ok, perdente sì, lo stabiliscono i risultati, ma deludente no. Detto ora, con la pancia vuota dei fiorentini, la rabbia che sale, la depressione che annichilisce e l’amarezza che confonde la mente, sembra una forzatura, ma quando la società farà il bilancio di questo triennio non potrà che ripartire da qui, dalle 162 partite della sua squadra.