Bonaventura ha un pregio che ricorda un vecchio regista del nostro calcio: Eraldo Pecci. Ovvero, capisce subito cosa sta succedendo in campo, dove la squadra soffre o dove può colpire, e spesso previene i disagi. Ha una visione totale del gioco ma sia chiaro, non è Pecci. Non è un regista. È una mezz’ala che sa impostare, che sa rifinire e sa concludere. È il numero 8 di un calcio passato, quando quella maglia apparteneva a giocatori di solida qualità come Claudio Merlo e Antonio Juliano. È questo Bonaventura, un calciatore antico che sa di calcio, del calcio attuale, più di un calciatore moderno. Non lo troverete mai fuori posizione, non farà mai una cosa inutile, mai un colpo di tacco per farsi bello. Ha un senso di squadra come pochi, se dovessimo indicare il suo vero pregio diremmo l’utilità. Ecco, Jack è utile alla squadra come e quanto nessun altro. Abbiamo scomodato una giuria di giocatori di qualche generazione fa per fissare un paragone che non sia eccessivo, la risposta è stata ampia: Juliano, Mascetti, Albertino Bigon, Houseman, Matteoli, uno ci è piaciuto in modo particolare, Veron. Al lettore la scelta.
La riscoperta e il rilancio di Bonaventura in Nazionale sono una speranza. Abbiamo dei giovani interessanti, ma quando si guarda bene, quando si guarda a fondo, può uscire anche un colpo del genere.
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