Certo ai viola mancano ancora due partite e a questo punto soltanto un suicidio sportivo potrebbe permettere al Napoli di superarli in classifica. La buona notizia di ieri infatti è l’essere riusciti a tenere dietro i partenopei e a restare in vantaggio negli scontri diretti, particolare non di poco conto in caso di arrivo a pari punti. Potrebbe bastare un punto (ma solo se il Torino non dovesse vincere le ultime due gare) a Italiano per chiudere la sua esperienza fiorentina con tre qualificazioni su tre in Conference League. Un’eredità, quella del tecnico, che la società ora avrà il compito di non disperdere cercando magari quel salto di qualità che fino a oggi è rimasto solo sulla carta.
A dare una spinta decisiva in questo senso potrebbe allora essere la finale di Atene che potrebbe regalare oltre a un trofeo continentale che manca dal 1961 anche il pass per l’Europa League con tutto ciò che ne consegue sia in termini sportivi sia economici. Lo sanno bene i tifosi viola che nonostante le difficoltà logistiche, i timori per l’ordine pubblico e il costo altissimo della trasferta hanno preso d’assalto i 9 mila biglietti disponibili per la gara contro l’Olympiacos. Un segnale di un affetto fortissimo e di una voglia di vittoria che i giocatori dovranno riuscire a trasportare in campo in un ambiente che sarà certamente infuocato. Serviranno nervi saldi ma anche esperienza. Anche per questo ieri Italiano non ha risparmiato né Bonaventura né Arthur, consapevole il tecnico che la confidenza con il campo in questo momento della stagione può essere determinante. Va letta così anche la scelta (ripagata) di schierare Nzola dal primo minuto. L’angolano appare in ripresa e il ballottaggio con Belotti sarà uno dei temi della vigilia. Ma prima c’è da chiudere il campionato, per un finale in apnea. Un po’ come tutta la stagione viola".
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