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Poesio: “La Fiorentina, l’addio di Italiano e tre considerazioni sul futuro”

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Ernesto Poesio, sulle pagine del Corriere Fiorentino, analizza tre considerazioni dovute al probabile addio di Vincenzo Italiano a fine stagione
Redazione VN

Ernesto Poesio, sulle pagine del Corriere Fiorentino, analizza tre considerazioni dovute al probabile addio di Vincenzo Italiano a fine stagione:

La Fiorentina, se Italiano se ne andrà, sembra alla ricerca di un allenatore giovane e di prospettiva (un altro nome è Alberto Aquilani). Un profilo simile allo stesso ex tecnico dello Spezia quando arrivò a Firenze con l’entusiasmo e l’ambizione di mettersi alla prova. Certo, prima di lui, la Fiorentina aveva scelto Gennaro Gattuso. Una infatuazione brevissima e una separazione lampo con tanto di avvocati a tenere segreto (tuttora) i motivi di quel clamoroso ripensamento. L’eventuale partenza di Italiano non sarà indolore perché il valore del tecnico è nei numeri. Quando l’allenatore nato a Karlsruhe nel luglio del 2021 arrivò a Firenze, la Fiorentina era reduce da una faticosa salvezza al termine di una stagione che aveva bruciato prima Iachini, il preferito di Commisso, e poi Prandelli che nella sua Firenze avrebbe meritato un altro finale di carriera. In tre stagioni Italiano ha guidato i viola 149 volte conquistando 72 vittorie, 31 pareggi e subendo 46 sconfitte.  Il rischio (più o meno alto) del salto nel vuoto però non sembra provocare particolare apprensione tra i tifosi viola. Se da una parte è del tutto normale che il gioco di Italiano possa dividere fra estimatori e critici, colpisce invece il lato umano della vicenda. Come se non fosse scoppiata fino in fondo la scintilla, Firenze e l’allenatore rischiano di salutarsi senza essersi conosciuti fino in fondo. E forse non è un caso che Italiano sia stato il primo mister ad aver vissuto la svolta comunicativa del club, con interviste sempre più rare e pochissime occasioni per potersi raccontare. Una scelta che ha limitato il suo rapporto con l’ambiente che ora sembra quasi aver individuato nel tecnico un ostacolo per una Fiorentina più forte. Con il rischio di farsi trascinare dal più fiorentino dei detti: «È tutto sbagliato, è tutto da rifare». Siamo sicuri che sia davvero così o è altro che manca ai viola? Ad esempio, da due anni, un attaccante vero?


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