Palladino è stato chiaro con la società viola, Antonin Barak non deve essere ceduto. Pronta la rinascita dell'ex Verona
Non avrà tutti i crismi né porterà la stessa enfasi di un nuovo acquisto preso sul mercato a suon di milioni, eppure l’entusiasmo con il quale ieri al Viola Park Raffaele Palladino ha accolto Antonin Barak di ritorno dall’Europeo è stato evidente. Primo perché il tecnico potrà avere a disposizione fin dai prossimi giorni (a partire cioè dalla tournée in Inghilterra) un elemento in più da utilizzare a centrocampo, in attesa che davvero l’area tecnica possa portagli in dote qualche volto nuovo per completare un reparto a dir poco sguarnito, e poi perché il ceco - reputato dall’ex Monza tra gli elementi più duttili di tutta la rosa - ha nel dna quel numero di gol (13 quelli realizzati in due anni con la Fiorentina) che per una mezzala non sono certo un valore aggiunto da sottovalutare.
Anche per questo, quando a fine giugno sono iniziate le prime riunioni tra Palladino e la dirigenza, Tony è stato subito messo nell’elenco degli intoccabili in vista della prossima stagione, salvo offerte giudicate irrinunciabili. Proposte che non si sono viste, che non sembrano destinate ad arrivare e che, di conseguenza, non priveranno l’allenatore di una pedina che mai come in questa estate va a caccia del riscatto dopo un anno a dir poco difficile. Iniziato con un grande spavento e proseguito tra le montagne russe. Barak, che in virtù dell’idoneità sportiva ricevuta solo nell’agosto di un anno fa - ben più tardi rispetto ai compagni - non dovrà per il momento svolgere altre visite, nell’estate 2023 era stato infatti vittima di un’infezione virale contratta in vacanza, un microbo anomalo che lo costrinse ai box per oltre un mese e che gli permise di giocare la prima sfida da titolare in viola addirittura a novembre, dopo aver messo insieme solo 49’ in tre mesi di campionato.