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La Nazione
Cabral ci perdonerà, perché la voglia, l’impegno e alcune qualità del brasiliano non si discutono. Ma Nzola ha dimostrato in questa prima uscita stagionale di essere, in prospettiva, più funzionale alle idee di calcio di Italiano. Questione di attitudine, abitudine e... latitudine; quest’ultima intesa come capacità di orientarsi, leggere le situazioni in fase di non possesso e dettare le linee di passaggio. Capacità affinata dagli anni passati con (le urla di) Italiano che lo ha forgiato secondo le sue idee e convinzioni. Sponde, difesa del pallone e presenza uniti a una discreta tecnica. Manca la condizione fisica ottimale, eppure il problema centravanti (e gol) potrebbe essere stato risolto, insieme a Beltran che ha mandato segnali importanti. A riempire gli occhi è stato anche e soprattutto Arthur, il più atteso. A ritmi non indiavolati fa un altro sport, probabilmente a quelli più sostenuti pure. Il tecnico lo ha voluto proprio per questo, chiedendolo senza mezzi termini. Si è intuito perché.
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