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Repubblica Firenze racconta la prestazione di Nzola contro il Cagliari e il suo primo gol in maglia viola. Questo il suo commento:
Una corsa in profondità per superare il proprio marcatore, un gol realizzato con un pregevole tocco sotto ma anche una duplice esultanza, prima polemica con tanto di dito al naso per zittire le critiche e poi dolce, con i pantaloncini consegnati a un bambino in lacrime di gioia per l’emozione. Se è vero il proverbio per cui il veleno sta sempre nella coda, M’Bala Nzola non poteva scegliere miglior occasione per sbloccarsi: entrato nell’ultimo quarto d’ora di una partita già decisa sostituendo uno dei giocatori protagonisti della serata come Beltran, l’angolano ha trovato la rete della svolta proprio quando tutti pensavano a un nuovo flop. E così in quei quindici minuti c’è stato tutto il campionario di questo inizio di stagione, dapprima con un errore abbastanza clamoroso davanti a Radunovic che gli è costato i soliti brusii della tribuna - come contro Rapid e Atalanta - poi con una rete liberatoria che ha ricordato l’ultima segnata in Serie A nell’aprile scorso, sempre a Firenze, ma con la maglia dello Spezia. Stavolta la corsa con Dossena e Wieteska è stata semplice, il lob per saltare Radunovic per niente scontato visto il contesto non proprio amico, fatto di diverse critiche che avevano fatto arrabbiare lo stesso Italiano con una parte dello stadio e diversi commenti pesanti sui social. Il dito davanti al naso per zittire i mugugni dell’esultanza - molto simile a quella di Jovic l’anno scorso - è stato però presto convertito in una mano alzata, anche dopo un breve consiglio di Mandragora sussurrato all’orecchio. Tutto è diventato più dolce poi alla fine della partita: prima un cenno di intesa con Italiano, poi, soprattutto, i pantaloncini del primo gol in viola consegnato a un bambino del parterre. Adesso la speranza è che la rete abbia sbloccato un calciatore scelto e voluto fortemente da Italiano per alzare la qualità dell’attacco. In questi giorni il ds Pradé ha parlato a lungo con Nzola, gli ha mostrato la fiducia e lo ha tranquillizzato.
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