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La Nazione
Gianmatteo Mareggini, ex numero uno viola e – momentaneamente – in fase di relax dopo la lunga esperienza in Federazione di 12 anni, nel clan delle Nazionali. Sulle colonne de La Nazione, Mareggini, guardando immediatamente in casa Fiorentina, ha sostenuto di aver avuto una buona impressione da parte di Christensen, anche se reputa sbagliato esprimere dei giudizi definitivi adesso. «Ho visto Christensen contro l’Inter e nonostante il risultato purtroppo molto netto, nella prima parte della partita ha fatto buoni interventi. Forse ha colpa su un gol, ma per il resto c’è». Secondo l'ex viola può essere un innesto interessante. «Arriva da esperienze internazionali importanti e credo sia, per noi, per il calcio italiano, un portiere ancora tutto da scoprire. Aspettiamo e vedremo». Mareggini ha poi iniziato a parlare di Terracciano, ricordando che l’affidabilità di Pietro è assodata e assoluta, visto che ha sempre fatto al meglio quello che gli è stato chiesto di fare. Vannucchi e Martinelli? «Sono talenti. Ma talenti per il futuro. Poi, ovviamente, io non so che cosa potranno scegliere società e allenatore, ma secondo me, due ottimi e giovani portieri come loro, hanno bisogno di seguire un inserimento mirato». Poi l'ex portiere della Fiorentina fa chiarezza sulla classica situazione riguardante il ballottaggio tra portieri. Christensen o Terracciano? E se alla fine dovesse spuntarla un giovanissimo, fra Vannucchi o Martinelli? «Piano, andiamoci piano per favore. La stagione è appena iniziata e non credo sia l’ora per giudizi o sentenze definitive. Specie quando si parla di portieri». Secondo Mareggini per una squadra avere il portiere giusto diventa fondamentale, facendo il classico esempio del Milan con Maignan, perché secondo lui il portiere, quel portiere, porta ai rossoneri il 30% dei punti in classifica. Maignan da solo, insomma, vale un pezzo importante di tutta la squadra. Ma è ovvio di numeri uno che fanno così tanta differenza non ce ne sono molti.
L'ex viola ha poi iniziato a parlare di Italiano, dicendo cosa dovrebbe notare il tecnico viola in un estremo difensore per dire "ok, abbiamo fatto la scelta giusta". «Un portiere forte, ma davvero forte, deve avere soprattutto personalità. Carattere». La tecnica, ha poi continuato, è una cosa che si può affinare negli anni, facendola crescere allenamento dopo allenamento. «È la personalità a fare la differenza. Il portiere deve essere un leader e questo lo vedi da come si pone con i difensori. Da come gioca e si coordina con loro. Il bel gesto fa rumore, fa divertire, ma se un portiere non ha carattere e carisma rimane tutto lì. E non basta». Per essere un portiere-leader Mareggini pensa che costui di debba imporre anche senza dire una parola. «Ricordate Frey? Lui è stato l’esempio di tutto questo. Era un tipo eclettico e con una personalità pazzesca. Uno come lui guidava la squadra. Uno come lui dava sicurezza a tutto il gruppo. E un centrocampista o un difensore quando si ricordava che laggiù c’era Frey rimaneva tranquillo. Sempre. Ho fatto l’esempio di Frey, ma potrei dire lo stesso di Francesco Toldo o anche, ovviamente, Giovanni Galli». Infine Mareggini ha parlato del suo sogno nel cassetto, ovvero quello di allenamento almeno una stagione nella sua vita i portieri della Fiorentina «Diciamo che di sogno ne avevo uno e sinceramente mi è dispiaciuto non averlo realizzato. Mi sarebbe piaciuto allenare almeno una stagione i portieri viola. Sì, anche solo un anno, sono sincero. E’ questo un rammarico che mi porto dentro e non lo nascondo».
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