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Corriere dello Sport
Non è che si può buttare via tutto per un fallo di mano (ingenuo e per certi versi incomprensibile) al 93’ e spiccioli che diventa rigore al 95’ a condannarti. No di sicuro se prima ci sono state tante cose di livello messe insieme minuto dopo minuto sotto il profilo tecnico, tattico e dell’atteggiamento. Da Fiorentina di Vincenzo Italiano, insomma, marchio facilmente distinguibile ormai da due stagioni e due mesi della terza: per questo, mettendoci dentro anche la rabbia provocata dalla sconfitta dell’Olimpico contro la Lazio, perché a quella si riferisce la descrizione di un attimo, la squadra viola ha il compito di ripartire con nuovo slancio e nuovo vigore verso la partita dell’anno. Italiano è stato chiaro: attenzione, dettagli, concretezza. Sono il segreto-non segreto per evitare gli sbagli e per ricominciare il cammino che fino a nove giorni fa stava già facendo sognare i tifosi viola, accompagnati da grinta, concentrazione e applicazione per novanta minuti. Non quarantacinque. Se si prendessero i risultati del primo tempo, la Fiorentina sarebbe davvero terza in classifica con 20 punti, dietro soltanto di una lunghezza al Milan e di due all’Inter, mentre per i parziali della ripresa i punti si riducono a 11 e il piazzamento scende fino al 12esimo posto. Logica conseguenza dei gol all’attivo che passano da 12 nel primo tempo a 6 nella ripresa, e di quelli al passivo che da 4 diventano 10 sempre nel confronto: con il trascorrere dei minuti gli uni che diminuiscono e gli altri che aumentano acquistano un peso specifico rilevante nel decidere l’esito. La ricerca dei motivi è un’altra chiave di lettura che conta. Da qui le frasi di Italiano nel dopo partita dell’Olimpico, un po’ come analisi oggettiva e un po’ per chiamare faccia al vento i calciatori di fronte a responsabilità che vanno prese per definizione e per ruolo. Niente di nuovo e niente di strano, perché sono concetti che l’allenatore siciliano ripete a sé stesso e ai suoi ogni giorno, nelle prove quotidiane di movimenti, azioni e situazioni che hanno quell’unico punto d’arrivo: migliorarsi. I particolari fanno la differenza e la Fiorentina farà il definitivo salto di qualità solo quando lo “capirà” e lo metterà in atto con rabbia (buona) e determinazione. Intanto, ai tifosi viola basterebbe che lo facesse domenica contro la Juventus.
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