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La carta Antognoni per riportare un po’ di serenità tra i Della Valle e Firenze

Ma neppure questo suo «appello» potrà avere un esito positivo se nei prossimi giorni non entreranno davvero in gioco proprio i proprietari

Redazione VN

Ci prova anche lui, la bandiera, l’unico dieci, l’eterno capitano della Fiorentina, a riportare un attimo di pace in un ambiente che pare corroso da un potente acido - scrive Alessandro Rialti su Stadio -. Ieri Giancarlo Antognoni ha tentato di mettere se stesso a difesa di una situazione che si sta facendo sempre più complicata. Parliamo della frattura fra una parte importante della città e la proprietà viola, che pare ogni giorno più distante. Da settimane esiste un tentativo di riavvicinamento, provato dal sindaco della città Nardella e dal vice presidente Salica, ma le parti piuttosto che serrare verso il centro, divergono sempre di più e sempre più su un numero progressivo di elementi.

Ultimi casi lo striscione contro il presidente Cognigni, le multe a un gruppo di ultrà, i cinque minuti di sciopero del tifo prima della gara con la Roma e la diminuzione delle presenze allo stadio (che sta diventando inquietante). Antognoni ha provato a dare una scossa. Parole, le sue (LEGGI), che sono un ulteriore segno che anche dentro la «pancia» della Fiorentina si inizia a sentire il fastidio che si avverte all’esterno. Giocare la carta Antognoni conferma solo che il lavoro sotterraneo e diplomatico per suturare la ferita fra i Della Valle e una parte del tifo si sta facendo sempre più difficile e pieno di insidie. In città la tensione continua a far male, il rischio di un collasso figlio del disamoramento c’è. Antognoni è sempre amatissimo, ma neppure questo suo «appello» potrà avere un esito positivo se nei prossimi giorni non entreranno davvero in gioco proprio i proprietari. Magari con un ritorno e con modifiche allo stesso ordine societario.

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