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la Repubblica
Tre gazebo, due bianchi e uno blu, sono comparsi nella parte alta della curva Fiesole durante Fiorentina- Udinese. Le strutture provvisorie non sono state posizionate a caso, ma fanno parte di una combinazioni in abbinamento con lo striscione “Nardella tranquillo alla copertura ci s’è pensato noi”. Un chiaro messaggio contro il sindaco e la sua gestione per la riqualificazione del Franchi, con lo spostamento dei viola durante i lavori, che prevedono, tra l’altro, la copertura dello stadio a partire dalla curva Fiesole. Il tifo organizzato ha preso posizione, schierandosi col dg della Fiorentina Barone, per non vedere la squadra giocare in casa fuori da Firenze. Come scrive La Repubblica, un’opinione condivisa da molti tifosi, che però nelle ultime ore si sono chiesti come possano essere entrati allo stadio tre gazebo e striscioni con quei contenuti, nonostante gli accurati controlli disposti dalla Questura e il filtraggio fatto a ogni evento sui singoli spettatori.
La comparsa dei gazebo e di quegli striscioni non si configurerebbe come illecito penale, ma come violazione del regolamento d’uso dello stadio, che prevede una sanzione pecuniaria dai 100 ai 500 euro e il daspo nel caso di una seconda violazione. Al Franchi è vietato introdurre bottiglie, tappi e lattine, armi, petardi, ombrelli, cani, puntatori laser, bombolette, aste e bastoni, accendini. Non è chiaro se le strutture siano state portate il giorno della partita e costruite con aste da bandiera, consentite, e nascondendo teli, divisi tra più tifosi. O se fossero già allo stadio prima che venissero schierate le forze di polizia. Anche gli striscioni potrebbero essere stati già lì o montati sul posto, con le lettere celate da più tifosi. Una parte del tifo organizzato avrebbe accesso al Franchi per custodire gli striscioni, il cui contenuto va sempre comunicato alla Digos, che può vietarli se a sfondo discriminatorio, e la mancata comunicazione viene sanzionata per violazione del regolamento. La circostanza potrebbe essere chiarita dalle verifiche della polizia, a lavoro per visionare le immagini di sorveglianza.
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