Sulle pagine sportive de La Nazione trova spazio anche la bella prestazione di Gaetano Castrovilli nella gara contro il Crotone. Pensavamo di averlo smarrito in una curva del campionato - si legge - in uno di quegli angoli ciechi dove a volte si perdono i giovani talenti. Invece l’altra sera col Crotone l’abbiamo rivisto danzare come nei suoi primi tempi viola. Il paragone che viene fatto (in virtù della passione che accompagna il n°10 viola fin da bambino) è quello con la danza indiavolata e sanguigna della Carrà degli esordi: proprio come Raffaella, anche Castro quando innesta il doppio passo a centrocampo a saltare il mediano di turno, consegna una scossa elettrica a noi tifosi viola, portandoci a balzare in piedi e applaudirne le giocate.
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Il mio football a passo di danza: bentornato Castrovilli, il nuovo principino viola
La sua danza sul campo assomiglia a quella indiavolata e sanguigna della Carrà degli esordi, ma Castrovilli conosce anche il sacrificio (e in campo si vede)
Molti parlando di lui accennano al predestinato e un po’ è vero. Bastarono pochi suoi palleggi ai dirigenti del Minervino perché uno di loro chiamasse Antonello Ippedico, all’epoca segretario del settore giovanile del Bari. Da allora la carriera di Castrovilli è sempre andata in crescendo, grazie anche alla sua capacità di incantare l’allenatore di turno: da Stellone e Tesser, fino a Montella. Un campioncino con le stimmate del campione, ma parlare di predestinato tout court forse è riduttivo. Perché Castrovilli la carriera se l’è forgiata nel sacrificio fin da subito, forse anche per questo non disdegna rincorrere all'indietro la mezzala avversaria o il terzino. Infine il paragone: per fisiognomica, sembra avvicinarsi a un 10 geografico come Aquilani, passo e inserimento. Un nuovo "principino" viola con la speranza di diventare nel tempo una "bandiera".
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