Lo riporta il Corriere dello Sport.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere dello Sport
Filippo Giraldi, direttore sportivo, di nascita e fede viola, alla vigilia della finale di Atene che coinvolgerà, da un lato, la sua squadra del cuore e, dall'altro, i proprietari del club per cui ha lavorato quasi un anno (il Nottingham Forest, di proprietà Marinakis come i greci) parla così:
Marinakis mi volle con sé perché gli piaceva il mio modo di lavorare e vedere calcio. In virtù di ciò, ha preferito portarmi in Inghilterra e non in Grecia. Lì ho lavorato da ottobre 2022 a maggio 2023, venendo dai nove anni al Watford dai Pozzo, che conosco a menadito. Ultimamente, ho ricevuto l'interessamento di alcune realtà arabe, ma voglio essere sicuro del progetto prima di prendere decisioni affrettate. Con Marinakis capitava spesso di parlare anche dell’Olympiacos. Darebbe la vita per la sua squadra. Odia perdere, e se succede, tende a cambiare. Allenatore, giocatori, oppure staff. Certo, così la pressione è tanta, ma Mendilibar è l’allenatore giusto. Marinakis è impaziente di vincere, ma il calcio è fatto anche sconfitte e difficoltà. Ci si deve abituare. Paradossalmente, credo che ci siano più incognite sociali per i tifosi greci; è un contesto estremamente particolare quello in cui si gioca la finale. La Grecia ha gli occhi del mondo puntati addosso. Viola favoriti? Si parte alla apri. Per considerarti favorito, in una finale, devi essere nettamente superiore all’avversario. I principali pericoli sono là davanti: Podence, Fortounis ed El Kaabi su tutti. Non scordiamoci anche di Jovetic. Personalmente, ho avuto il terzino Omar Richards al Nottingham: ha una facilità di corsa mai vista in vita mia. Dove non deve sbagliare la Fiorentina? Nell’approccio. Sarà una partita stile West Ham. Se la Fiorentina attaccherà bene a livello collettivo potrà mettere veramente in difficoltà l’Olympiacos.
Lo riporta il Corriere dello Sport.
© RIPRODUZIONE RISERVATA