Dietro al no ai lavori c’è peraltro anche una motivazione politica. La società spera che con le nuove elezioni ci possa essere un avvicendamento a Palazzo Vecchio che porti una nuova area e un nuovo terreno su cui costruire lo stadio di proprietà, proprio sulla scia di quanto detto da Salvini. La Caserma Perotti? Ci sono vincoli idraulici e paesaggistici da superare, il prolungamento del viadotto Marco Polo da fare, la bonifica e servirebbero 5-6 anni.
Però è vero che Salvini ne ha parlato con il ministro della Difesa Crosetto. C’è l’area dei campini per un Franchi bis. Oppure aree fuori Firenze. Il ragionamento viola è anche manageriale: nell’ottica di una futura vendita della società, pur remota e lontana, un conto è trattare con la partita Franchi già decisa e con i lavori iniziati, un conto è mettere sul piatto la possibilità di costruire un nuovo stadio con dei terreni individuati.
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