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Dodò: “De Zerbi, Italiano e Palladino. Gudmundsson? È stato baciato da Dio”

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Dodò: "Kean è carico, si vede dalla faccia. Per non parlare di Gosens. Lui corre così tanto che corriamo tutti insieme dietro a lui"
Redazione VN

Nell'intervista alla Gazzetta dello Sport, Dodò ha raccontato anche il rapporto con i suoi allenatori. Da De Zerbi in Ucraina, passando per Vincenzo Italiano e arrivando a Raffaele Palladino. "Io nasco terzino, anche se mi piace attaccare. Fonseca mi diceva di pensare prima a difendere. Poi arrivò De Zerbi che mi cambiò in mezzala e mi trasformò". Lo stesso, sottolinea il brasiliano successo con Vincenzo Italiano. (LA PRIMA PARTE DELL'INTERVISTA)

E Palladino? "Raffaele vuole il possesso. Anche lui vuole attaccare, ma ci chiede di rimanere uniti dietro". Dodò non dimentica la fase difensiva, fin dai tempi del brasile ha dato molta importanza a questo aspetto. "Non la devo dimenticare, mai. Me lo dicono sempre tutti".


Da leader qual è, Dodò analizza anche la Fiorentina di oggi. Il livello è alto, sostiene l'ex Shakhtar che spende solo parole al miele per i suoi compagni: "Kean è carico, si vede dalla faccia. Per non parlare di Gosens. Lui corre così tanto che corriamo tutti insieme dietro a lui". Ma le parole migliori sono tutte per Albert Gudmundsson. Il numero 10 della Fiorentina ha incantato anche Dodò che non si risparmia: "Sembra baciato da Dio. Ha un talento innato, un dono".

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