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Corriere dello Sport
Così non va bene. Non è andato bene il mercato, non vanno bene i risultati, non va bene il gioco e non vanno bene le spiegazioni dell’allenatore al periodo che sta attraversando la Fiorentina. Gino Bartali direbbe: “Gl’è tutto sbagliato, gl’è tutto da rifare”. In questo caso si può aggiungere: “gl’è tutto da rifare com’era prima”. Prima che la Fiorentina smettesse di giocare (dicembre, ma i risultati continuavano ad arrivare) e prima che smettesse di lasciare punti per strada.
Fino a novembre la squadra era bella, vivace, brillante, aveva difficoltà a far segnare i suoi centravanti, ma gli spunti di Gonzalez e il gioco di Italiano la tenevano su anche sul piano tecnico. La partita più bella al Maradona, a inizio ottobre: 3-1 dei viola con spettacolo. Poi, lentamente, la Fiorentina ha rallentato. I risultati nascondevano la flessione del gioco, a dicembre i tre 1-0 consecutivi con Verona, Monza e Torino avevano messo in risalto un aspetto nuovo per questa squadra, la concretezza. Poco gioco, grandi risultati. Ma dal 6 gennaio (sconfitta a Reggio Emilia col Sassuolo) in poi, la Fiorentina si è spenta. Fine della brillantezza e fine anche della concretezza.
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