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Beccantini su Commisso: “Attacca la Juve, poi ci fa affari”

Beccantini su Commisso: “Attacca la Juve, poi ci fa affari” - immagine 1
"Per la cronaca simili catilinarie nascondono un problema non lieve, visto l’ingorgo di pulpiti e invettive: dal momento che la Juventus sarebbe “mafiosa”, la squadra della città di Firenze fa affari con un’appendice di cosa nostra"
Redazione VN

Sulle pagine odierne del Corriere dello Sport, il giornalista Roberto Beccantini ha "accusato" Rocco Commisso dopo i continui affari con la Juventus:

 È di questi giorni la notizia del trasferimento di Moise Kean, attaccante, classe 2000, zero gol nell’ultima stagione, dalla Juventus proprio alla Fiorentina. Sin qui, non un dettaglio che valichi la cima della modica normalità. Dov’è, allora, il titolo a nove colonne? È tutto nel “fatto” che, “a parole”, Commisso ha sempre dato della “mafiosa” alla Vecchia Peccatrice di Torino. Per le plusvalenze, per i bilanci, per le penalizzazioni. In verità, il boss ha aggredito anche i debiti di Steven Zhang, ex mandarino dell’Inter, e l’artiglieria di Urbano Cairo, padrone del Torino, reo di aver puntato i suoi giornali-cannoni contro le turgide barricate della Viola. Ma la Goeba è la Goeba.  Per la cronaca, e per la storia, simili catilinarie nascondono un problema non lieve, visto l’ingorgo di pulpiti e invettive: dal momento che la Juventus sarebbe “mafiosa”, la squadra della città di Firenze fa affari con un’appendice di “cosa nostra”; o “cosa loro”, nell’ipotesi meno inquinante. Non il primo, durante la sua gestione. Il quinto, addirittura. Dopo Federico Chiesa e Dusan Vlahovic dall’Arno al Po. Dopo Rolando Mandragora (definitivo) e Arthur (in prestito) dal Po all’Arno.


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