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CorFio sul caso Matteini: “Più che chiarimenti, servirebbe una richiesta di scuse”

CorFio sul caso Matteini: “Più che chiarimenti, servirebbe una richiesta di scuse” - immagine 1
Episodio disdicevole quello capitato al Viola Park al giornalista Francesco Matteini, cacciato perché "sgradito" alla società
Redazione VN

Sul Corriere Fiorentino, a firma di Ernesto Poesio, troviamo un commento riguardo alla vicenda che ha coinvolto il collega Francesco Matteini al Viola Park:

Avremmo voluto fermarci a quanto visto nella prima giornata di un Viola Park aperto al pubblico, eppure, ancora una volta, non possiamo non scrivere e condannare quanto avvenuto tra la Fiorentina e Francesco Matteini, giornalista fiorentino reo, secondo i parametri del direttore sportivo Joe Barone e dell’addetto alla comunicazione Alessandro Ferrari (entrambi non nuovi a simili sceneggiate) di aver acquistato un biglietto nonostante dovesse sapere di non essere persona gradita. er questo lo hanno cacciato non prima di avergli perfino infilato nella tasca come fosse una cosa normale 50 euro, neanche Bagno a Ripoli fosse diventato il Far West o peggio. Non sapeva il collega Matteini, come nessuno di noi fino a ieri, che il Viola Park in realtà è il castello dell’Innominato manzoniano con i suoi Bravi (chi sia il Nibbio e chi gli altri a voi la scelta) davanti ai cancelli a selezionare con cura gli ospiti pur in possesso di un regolare permesso per assistere a una manifestazione pubblica, in questo caso sotto l’egida della Federazione Italiana Gioco Calcio. Ne è rimasto stupito anche il sindaco di Bagno a Ripoli Francesco Casini che in questi giorni ha molto frequentato il suddetto castello e che si è messo «a disposizione» per fare da paciere. Bene, ma non è che questa sia la prima volta e soprattutto più che i chiarimenti servirebbe una richiesta di scuse da parte della Fiorentina. Perché altrimenti il rischio è quello di passare da Don Abbondio, come un po’ tutta la politica fiorentina che ormai da tempo accetta di essere sistematicamente schernita da Rocco B. Commisso senza reagire per paura di perdere consenso. Un po’ come questa città che dagli studentati privati, agli appartamenti di lusso (perfino quelli per anziani) tanto per fare due esempi, sembra aver perso la capacità di distinguere tra cosa i soldi, anche quando sono tantissimi, possono comprare portando come in questo caso un valore aggiunto alla città e cosa invece non ha prezzo: si chiama rispetto delle persone, delle regole e della libertà di esprimere anche il proprio pensiero e il proprio dissenso. Chi fa affari a Firenze (e per Commisso la Fiorentina è un grande affare) non ne diventa automaticamente il padrone, a cui tutto è lecito per amor di quieto vivere o per paura che magari se ne vada. Rimane un ospite, certamente gradito, che deve però rispettare le regole di civiltà di cui questa città si vanta da sempre. Di certi gesti, di certa violenza verbale reiterata, della continua voglia di aizzare gli animi e alimentare scontri con chiunque non sentiamo proprio il bisogno. Ce n’è già troppa in giro, sui social e per le strade, per poterne accoglierne altra Made in Usa. Ci scuseranno Commisso e quelli come lui, ma in fondo questa resta ancora casa nostra.


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