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In quei giorni, la scure dell'Europa non si era ancora abbattuta su Firenze si pensava ancora di restituire al Franchi una nuova vita con i fondi del Pnrr. La rivoluzione si è consumata tutta dopo. Il lato positivo andrebbe letto in un altro particolare, ovvero la possibilità di non restare più imprigionati nei paletti di consegna del lavori. Se, così facendo, si dovesse andare oltre l'attuale 2026, ecco che andrebbe a beneficiare anche la società viola. Sarebbe, infatti, quanto mai probabile la permanenza della squadra nel proprio impianto, esattamente come auspicato più volte dal direttore generale della Fiorentina Joe Barone, semplicemente con una capienza ridotta e con lavori programmati a tappe, un settore alla volta. Per altro, questa è pure la speranza dei tifosi, i primi a non aver digerito in alcun modo l'idea di dover andare a giocare per un periodo lontano da Firenze. Le diplomazie sono al lavoro: Nardella continua a dialogare, nel tentativo di trovare una soluzione ed evitare così una battaglia a suon di carte bollate. Il sindaco non vuole un conflitto con Roma, anche se è evidente che di fronte a un'assenza di rotta concreta per rassicurare i fondi, il ricorso al Tar diventerebbe quasi un atto dovuto. Lo riporta Il Tirreno.