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Schietto, diretto, passionale, geniale, ambizioso, allergico alle critiche, ma estremamente determinato nel costruire e difendere quello che ha realizzato nella sua vita. Professionale e non. Un uomo che si emoziona, Rocco Commisso in tutto quello che fa, perché come diceva il celebre procuratore sportivo Dicky Fox nel film Jerry Maguire, «se questo è vuoto (indicando il cuore), questa non ha importanza (la testa)». E non solo nello mondo dello sport. Per ripercorrere questi quattro anni di proprietà viola bisognerebbe avere a disposizione un volume perché dal 6 giugno del 2019 la Fiorentina è entrata in un turbine di emozioni e una sola certezza: Commisso non è un presidente come gli altri. E’ proprio uguale a nessuno. Non potrebbe essere altrimenti. E’ il primo che va dritto per la sua strada nel processo di crescita della società. La sua vittoria più bella, aspettando quelle in campo, è sicuramente la realizzazione di Viola Park: la sua creatura. Fortemente voluta e tirata su anche a costi lievitati in modo esponenziale. Lui non si è tirato indietro. Anzi. Ha rilanciato. Lo avrebbe fatto anche per lo stadio, ma in questo caso il suo ormai celebre «Fast, fast, fast», si è scontrato con logiche incomprensibili per uno che viene dagli Stati Uniti. Praticamente da Marte rispetto alle logiche burocratiche di casa nostra. Ecco perché anche la frase «Mettete voi i soldi e fate come volete, con i migliori architetti del mondo. Con i soldi di Rocco, si fa quello che dice Rocco. Nel rispetto delle leggi, ovviamente», tratteggia al meglio il Commisso pensiero. Fare e non ragionare, soprattutto senza arrivare a una soluzione concreta. Lo sottolinea La Nazione.