L'impatto di Albert Gudmundsson sul mondo Fiorentina è stato devastante
Albert Gudmundsson non segnava dal 29 aprile e non giocava dal 24 maggio. Desiderato già da gennaio, è arrivato a Firenze solo otto mesi dopo, dopo una trattativa complessa. Ha saltato le prime sei partite della stagione, e al suo esordio, Palladino lo ha inizialmente lasciato in panchina. Dopo il vantaggio della Lazio al termine del primo tempo, però, il contesto ideale si è creato per il suo ingresso.
Gudmundsson ha fatto la differenza, entrando in campo come una forza dirompente. A 121 giorni dall’ultima partita in Serie A, ha subito guadagnato un rigore e lo ha trasformato, ribaltando l'andamento del match. Con tocchi precisi, movimenti intelligenti e una grande determinazione, ha preso in mano il gioco nell'ultimo terzo di campo. Al 90', ha segnato il secondo rigore, sigillando la prima vittoria della stagione per la Fiorentina, nonostante le proteste leggere di Kean, che scherzando ha detto che Gudmundsson dovrà pagare una cena.
Ai microfoni di Dazn, l’islandese ha spiegato di essere sempre stato mentalmente pronto, ma di aver dovuto lavorare duramente per raggiungere il livello fisico dei compagni. Oltre ai due gol, ha fatto percepire al pubblico del Franchi la sua capacità di incidere e determinare l'andamento della gara, risvegliando la squadra dal torpore del primo tempo.
È stata la sua seconda doppietta in Serie A, e conferma una tendenza: quando Gudmundsson segna, la squadra ottiene punti. In 15 partite di campionato in cui è andato a segno, ci sono state 8 vittorie, 5 pareggi e solo 2 sconfitte.