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Battistini e Di Chiara: “Nel ’90 non potevamo fare di più. Alzate la coppa”

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Due dei protagonisti della finale di Coppa Uefa del 1990, parlano così in vista di stasera
Redazione VN

Il Corriere Dello Sport ha intervistato alcuni protagonisti della finale di Coppa Uefa del 1990. Ecco le voci di Sergio Battistini, e Alberto Di Chiara:

"Sono fiducioso. perché la formazione di Italiano ci arriva in un ottimo momento di forma atletica e tecnica: ci sono tutti i presupposti per fare una grandissima partita, pur affrontando un’ottima squadra come il West Ham. Vincere una coppa internazionale sarebbe una grande gioia per calciatori, allenatore, società e tifosi, e anche per noi che ci hanno fatto andare ad Avellino a giocare la finale di ritorno. Ci abbiamo provato e rimane il rammarico di non esserci riusciti. Considerando poi che molti di noi erano già con le valigie in mano, credo che più di così non potessimo fare, dopo aver eliminato lungo il percorso, tra le altre, Atletico Madrid, Dinamo Kiev, una grandissima di allora, e Werder Brema".


Di Chiara: "Premessa: le finali si giocano sempre con tutti e questa contro il West Ham è come minimo equilibrata, anche se forse gli inglesi hanno un pizzico di esperienza in più. Italiano ha lavorato bene sotto il profilo mentale e la squadra ha reagito subito dopo la sconfitta dell’Olimpico con due vittorie contro Roma e Sassuolo che aiutano ad essere ottimisti e, intanto, hanno aperto uno spiraglio al ritorno in Europa via campionato. Due finali rappresentano sempre un risultato gratificante, però è chiaro che poi alla fine il senso alla stagione lo dà la conquista del trofeo: e oggi a Praga la squadra viola la possibilità ce l’ha. Sarebbe una piccola rivincita anche per noi, battuti trentatré anni in un contesto differente e pur facendo un cammino eccellente contro avversari di grande valore. Chi può deciderla? Dire Gonzalez è scontato e inevitabile. E aggiungo Bonaventura: l’organizzazione e il gioco contano, ma in una finale conta di più la qualità individuale".

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