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Antognoni: “Viola, sei superiore al Twente. Il mio addio? Ferita ancora aperta”

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Parla l'Unico 10

Redazione VN

Nell'edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, troviamo una bella intervista a Giancarlo Antognoni in occasione del match con il Twente di stasera. Match come questi Antognoni ne ha giocati non moltissimi, soprattutto perché nei suoi anni era molto più difficile approdare in Europa. La Viola riparte dal 2 a 1 del Franchi: "Sì: un buon primo tempo, una ripresa meno bella. Speravo in un risultato più ampio, che rendesse agevole il ritorno, ma non importa: la Fiorentina è superiore". Occhio al Twente però, che ha qualche buona individualità e che potrà contare sul fattore campo. C'è poi da considerare la non perfetta condizione atletica della Viola, " Però ad agosto è normale che una squadra italiana non sia al top. Credo, però, che sia un problema più mentale che fisico". E sul turnover è d'accordo? "Insomma… Io resto dell’idea di far giocare i migliori all’inizio, ma ci sta che un allenatore abbia convinzioni diverse".

Passato e futuro

Discussioni che comunque devono essere lasciate da parte, oggi si deve pensare solamente alla partita di Conference. Una competizione che deve essere l'obiettivo stagionale. Anche perché in campionato ci sono squadre ben più attrezzate. Difficile puntare a qualcosa di più di un leggero miglioramento in classifica. Anche perché per migliorare serve spendere e "negli ultimi anni, invece, i più bravi sono stati ceduti e così non cresci: penso a Chiesa, a Vlahovic. Chi li ha sostituiti non è alla loro altezza". Qualche parolina anche su Italiano, che piace molto ad Antognoni perché ha fatto la differenza con le idee, anche se pecca un filo sulla fase difensiva. E Jovic? "Interessante, ma di manovra più che un finalizzatore. La sua condizione atletica per adesso non è buona". E infine, anche una battuta sulla fine dell'avventura con la Viola: "È una ferita aperta. Ero rientrato nel club, ho vissuto i momenti difficili e mi spiace non esserci oggi. La vita va così, pazienza. Il dispiacere c’è sempre. Io, però, non vivo di rimpianti: non sono un calcolatore, sono un istintivo da sempre. Confesso che ho perso un po’ l’entusiasmo del tifoso anche se resto molto interessato alla Fiorentina. Purtroppo nel calcio italiano sono entrati personaggi che non gli hanno fatto bene e ora si vedono i risultati".

 

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