Nel corso dell'intervista rilasciata a Repubblica, il direttore generale Joe Barone ha toccato molti temi. E rimandato al mittente l'accusa di una società poco esperta di calcio: "Non è vero. Ci sono persone che lavorano da una vita qui dentro: il ds Pradè, il dt Burdisso, il direttore del settore giovanile Angeloni. Abbiamo idee chiare e adesso sono sotto gli occhi di tutti. I primi due anni sono stati difficili, tosti, complessi. Per la prima volta ci affacciavamo in una realtà nuova, facevamo i conti col sistema calcio italiano. Volevamo fare tutto 'fast, fast': nuovo stadio, nuovo centro sportivo, una squadra all'altezza della bellezza di Firenze. Dovevamo imparare in fretta e ringrazio Pradè: il calcio è uguale in tutto il mondo ma è la politica, la gestione e il modo di farlo che cambia radicalmente. Il Covid ha complicato tutto, ma il cammino adesso è ben delineato".
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Ancora Barone: “Sappiamo di calcio, dovevamo solo imparare. I procuratori…”
Il DG viola: "Abbiamo le idee chiare e i risultati adesso si vedono. I procuratori? Servono nuove regole"
Sul 'problema' dei procuratori: "Commisso e Barone non sono contro i procuratori, ma oggi il mercato è totalmente controllato da loro. A noi non piace il double dipping, ovvero quando un agente prende una percentuale da entrambe le parti. Sia dalla società dove risiede il suo calciatore, sia in quella dove vorrebbe che finisse al termine di una trattativa. Questo deve finire. Ci vogliono regole chiare, precise, che tutti devono rispettare. Se c'è una quota, una percentuale: che sia quella. Sempre, fissa. Vogliamo continuare questa battaglia non per la Fiorentina ma per tutto il calcio, non solo quello italiano" ha detto Barone.
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